Chissà, forse è scritto nel DNA. Sì perché a giudicare
dalla sua ampia diffusione, sembra proprio che la
passione di raccogliere in maniera sistematica documenti
e/o oggetti (leggasi: collezionismo) faccia parte
integrante del patrimonio genetico dell'uomo.
Forse
i nostri progenitori si dilettavano a raccogliere
e catalogare le ossa e i denti degli animali cacciati
oppure i frutti essiccati o magari le selci lavorate
per ricavarne punte di lancia. Fatto sta che, in
ogni caso e in ogni epoca, è l'interesse particolare
del singolo individuo verso un tipo di oggetto a
rendere il collezionismo una passione diffusa ed
irrefrenabile. Nel corso della storia quest'abitudine
non è mai venuta meno.
Già
Cesare e Pompeo erano soliti collezionare i trofei
di guerra, mentre più tardi Carlo Magno e Federico
II di Svevia (lo Stupor Mundi del Medio Evo) avevano
l'abitudine di raccogliere oggetti antichi. La Chiesa
stessa collezionava opere d'arte finissime costituite
in particolar modo da codici miniati e messali.
Durante il Rinascimento le grandi corti europee
diedero ampio spazio al collezionismo, vera e tangibile
affermazione del senso di appartenenza ad una dinastia.
Ma quando nacquero le raccolte d'arte? Fu l'Inghilterra,
nel XVI secolo, a guidare le nazioni europee verso
questa antica passione. Nel XVII secolo, i papi
si arricchirono delle raccolte dei Borghese, dei
Barberini e delle altre grandi famiglie patrizie
romane. La piccola aristocrazia si dedicava soprattutto
ai paesaggi, alle nature morte e ai ritratti, poiché
meno dispendiosi come "vizio da collezione". E'
in questo periodo che il collezionismo inizia ad
allargarsi verso più strati sociali ed opera Colbert,
il più grande acquirente di opere d'arte che ebbe
l'incarico di dar vita alla galleria del Louvre,
aperta al pubblico nel 1793.
Ma
è solo nel XIX secolo che appaiono le figure dei
"mercanti d'arte" e si diffondono le case d'asta
(Christie's è tra le più antiche: il primo pezzo
fu "battuto" il 5 dicembre 1766). Ed oggi? Attualmente
è più facile stabilire quel che non si colleziona
piuttosto che fare un elenco di ciò che si raccoglie.
Il collezionismo contemporaneo, anche grazie al
fiorire delle fiere e dei mercatini d'antiquariato,
cataloga di tutto: da libri rari alle porcellane,
dai quadri ai mobili antichi, dai gioielli di decenni
fa al modernariato che annovera anche materiali
assolutamente futuristi come l'alluminio o la plastica.
Ogni pezzo mancante trova per l'appassionato la
sua giusta collocazione, rispondendo ad un significato
unico ed esclusivo che ognuno di noi riserva ad
uno o più oggetti in particolare.
Ed uno di questi oggetti potrebbe essere un bel
calendarietto!