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Pillole
di cinema. La settima arte
di
Lara Elia
Quante illusioni sono racchiuse nelle immagini. Quanti
film ci hanno commosso o sono stati "galeotti" della
nascita di un amore. Da più di cento anni, la settima
arte rappresenta lo strumento prediletto per dar un
corpo ed una voce ai sogni. Ma quando nasce l'arte
di rappresentare immagini in movimento? Molto prima
della fine dell'Ottocento, molto prima dei fratelli
Lumière. I primi a studiare il movimento delle figure
sono stati i cinesi, veri maestri nel gioco delle
ombre. Il teatro delle ombre cinesi vanta un'antichissima
tradizione. Nel teatro cinese ombre indefinite si
muovono e si rincorrono dietro uno schermo semi trasparente
sul quale vengono proiettate storie, miti e leggende.
Un potente fascio di luce proietta le ombre delle
figure sullo schermo, rendendole più grandi e conferendo
loro movimento. Anche nel cinema moderno la luce è
artefice e protagonista di questa magia in movimento:
attraversa la pellicola per fissare sullo schermo
le immagini che una dopo l'altra raccontano una storia.
Già alla fine del '400 Leonardo, sommo genio, si occupava
anche di studi sugli effetti ottici: basti pensare
alla sua camera oscura. E nel XVII secolo le classi
agiate si divertivano con la lanterna magica, una
scatola attraverso la quale la luce di una candela
proiettava sulle pareti le immagini dipinte sul vetro
della stessa. Nel 1885 George Eastman inventò la pellicola
cinematografica ma è solo nel 1895, con i fratelli
Lumière, che avvenne la proiezione su uno schermo
bianco di alcune immagini in sequenza grazie all'utilizzo
del Kinetograph, la cinepresa inventata da Edison
nel 1889. Era nato il cinema come lo intendiamo noi.
Da allora niente è stato più lo stesso. Le sale di
tutto il mondo sono andate affollandosi, di anno in
anno, di spettatori in attesa di una magia. Quella
della proiezione dei propri sogni e della loro realizzazione
attraverso la trama dei film. Dal cinema muto all'avvento
del sonoro, da Hollywood a Bollywood, il cinema, più
di tutte le altre forme d'arte, ha permesso la circolazione
di idee, usi e costumi a livello planetario. Molti
decenni prima dell'attuale e controverso fenomeno
della globalizzazione. È interessante notare come
il cinema abbia cambiato il significato della parola
"schermo": da barriera insormontabile e linea di confine
tra me e l'altro è diventato strumento di comunicazione
e veicolo di cultura, specie nel caso di pellicole
di un certo "spessore".
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