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COME COLLEZIONARE
CARTE TELEFONICHE
 

La Golden Italia, sempre all' avanguardia nel
settore Editoriale collezionistico, nel 1998 pubblicò
“Come collezionare carte telefoniche”, una guida
alla conoscenza delle telecarte, delle viacard e
delle loro particolarità.
La pubblicazione ha avuto un grande riscontro
sul pubblico dei collezionisti, ad oggi ne
possediamo solo pochissime copie per richieste
eccezionali.

Riproponiamo alcuni capitoli,
tra i più importanti , per chi non ha avuto la
possibilità di consultare questa preziosa guida.

 

Il Libro "Come collezionare carte telefoniche"

guida alla conoscenza delle telecarte, delle viacard e delle loro

particolarità, composto da 224 pagine è in vendita presso Golden Italia,

al prezzo di € 10,  più € 7 di spese di spedizione.

Per ordinarlo leggi qui.

 

 

Il collezionismo e la sua origine

Il collezionismo, oggi largamente diffuso, ha una storia che si perde nella notte dei tempi; il gusto della raccolta, infatti, nasce con l’uomo e precisamente con il suo istinto per la conservazione e l’accumulo prima delle riserve alimentari, poi di oggetti anche superflui.
Tra i collezionisti "ante litteram" i faraoni, di cui si ricordano le fastose raccolte di ogni tipo.
Tra essi Tutankhamon che si fece seppellire con la sua vastissima collezione di bastoni e canne da passeggio, oltre a favolosi gioielli.
Amenofi III, il faraone che allargò i confini del suo impero 1300 anni prima di Cristo e che fece erigere statue colossali, era un appassionato collezionista di oggetti di smalto azzurro.
Assurbanipal raccoglieva statue ed obelischi. Nabucodonosor riunì a Babilonia una spettacolare collezione di oggetti d’arte strappata ai nemici vinti.
In Grecia l’orgoglio per la collezione si manifestò fin dai tempi più antichi.
Tesori tolti al nemico vinto in guerra venivano esposti all’ammirazione pubblica, in grandi locali vicino ai templi più famosi.
Si trattava di bottino di guerra, omaggio al dio protettore e nello stesso tempo raccolta di opere d’arte.
Oreficerie, gioielli, tripodi, statue, stoffe pregiate confluivano nei templi greci di Olimpia, Delfi, Efeso inviati dai condottieri vincitori e, in qualità di ex-voto, dai cittadini che avevano ottenuto una grazia.
I sacerdoti catalogavano tutto con cura e sistemavano i tesori in locali nei quali poteva affluire il popolo in certe grandi occasioni.
Si può dunque dire che queste raccolte furono le prime collezioni diventate museo.
Il collezionismo in senso più moderno trionfò soprattutto a Roma.
I ricchi romani, in virtù delle loro molteplici conquiste, raccolsero oggetti preziosi e ragguardevoli opere d’arte. Marcello fu il primo collezionista della storia di Roma, ma il suo esempio fu subito imitato. Silla il dittatore e Lucullo il proconsole dopo l’esposizione al pubblico vollero che la maggior parte dei tesori adornassero le proprie case.
Ciò diventò una mania: ornare le proprie dimore con capolavori tolti al nemico.
Verre, Pompeo, Cesare, Cicerone furono fra i più appassionati collezionisti dell’antichità.
Cesare collezionava cammei.
Verre, considerato il più grande collezionista che sia mai esistito, si serviva di un piccolo esercito di ricercatori, trafficanti e mediatori che sapevano come ottenere ciò che poteva interessare i collezionisti.
A Roma vi erano quartieri destinati a questo tipo di mercanti.
Sulla Via Sacra, vicino alla Villa Pubblica, antiquari, orefici, scultori attendevano i clienti. Andavano di moda le collezioni di oggetti d’arte greci soprattutto del V secolo.
Nascevano nel frattempo anche i nomi che indicavano le sedi delle raccolte.
"Museo" era chiamato l’edificio costruito da Fidelfo ad Alessandria per raccogliere opere d’arte ed era dedicato come dice il nome alle Muse.
Vitruvio chiamò "pinacoteca" il luogo ove si conservavano collezioni di quadri.
Plinio chiamò "dattilioteca" la collezione di cammei.
A Roma per la prima volta nella storia Marco Agrippa parlò in favore di un principio sancito poi definitivamente soltanto dalla Rivoluzione Francese.
Egli disse testualmente: "la collezione costituisce sempre un patrimonio culturale cui il pubblico ha il diritto di partecipare.
È quindi illegittimo il godimento esclusivo del privato che può procurarsi le opere d’arte solo grazie ai suoi privilegi".
Il periodo del Medioevo fu tutt’altro che oscuro e nemico delle lettere, dell’arte e della cultura. Soprattutto fu la Chiesa che salvò preziosi culturali ed artistici detenendo quasi l’esclusiva del collezionismo.
Durante l’epoca delle crociate tornò in auge l’hobby del collezionismo "di guerra" o mercantile.
Le nobili e ricche famiglie veneziane assunsero un ruolo non indifferente in questo campo.
A Firenze tutti i membri della famiglia dei Medici (da Cosimo a Lorenzo) incentivarono favolose collezioni di ogni genere.
Si passò così ad una fase di collezionismo edonistico e nelle corti principesche italiane collezionare antichità, oltre che una moda, divenne quasi un obbligo.
Ogni principe amava soffermarsi a lungo nel suo "camerino" o nel suo "studio" a studiare o a godere il bello.
Cosimo, il "padre della patria" dei fiorentini, collezionò gioielli, libri preziosi e rari, armi antiche e opere d’arte.
I suoi successori continuarono con passione le sue collezioni.
Lorenzo il Magnifico completò la biblioteca medicea e fondò un’accademia d’arte che ebbe come allievo Michelangelo.
Tra le numerose raccolte più o meno "sacre" dei vari pontefici ricordiamo quelle di Nicola V, Pio Il Piccolomini, Leone X (figlio di Lorenzo il Magnifico) e Clemente VII.
Carlo V di Asburgo, Isabella D’Este, Caterina Sforza, Lucrezia Borgia spendevano somme enormi per soddisfare le loro passioni collezionistiche.
L’imperatore Rodolfo I fu il primo, nel Medioevo, a radunare eccezionali collezioni scientifiche e naturali.
Nel Settecento si distinse la Pompadur, nell’Ottocento Federico II di Prussia che prediligeva le tabacchiere e Caterina II di Russia, che fece erigere il museo dell’Hermitage per ospitare degnamente le sue incomparabili raccolte.
Fu superata nella sua bramosia soltanto da Napoleone, per il quale il collezionismo rappresentò unicamente una forma esibizionistica di potere.
Dal punto di vista del collezionismo ciò che accadde durante la Rivoluzione Francese e l’Impero napoleonico non fu tutto negativo, anzi venne sancito proprio grazie alla Rivoluzione il principio secondo il quale l’arte apparteneva al popolo e non ad una ristretta schiera di privilegiati.
Furono nazionalizzati nel 1793 i beni della corona e fu aperto al pubblico il Museo del Louvre, chiamato "Museo della Repubblica".
Con il passare degli anni le più prestigiose ed importanti collezioni d’arte private divennero statali o comunque aperte al pubblico: nel 1797 fu aperto il Friedrich Museum di Berlino; nel 1824 George Beaumont donava la sua collezione allo Stato, dando così origine alla National Gallery di Londra; nel 1840 fu aperto al pubblico l’Hermitage di San Pietroburgo; nel 1843 il Victoria and Albert Museum.
Ai nostri giorni il collezionismo ha raggiunto una tale dilatazione da poter essere considerato a tutti gli effetti un fenomeno di massa.
Come movente del collezionista moderno si può individuare l’esigenza di reperire qualcosa di distensivo, rilassante, atto a compensare l’individuo dallo stress quotidiano che la vita odierna comporta.
E non è tanto l’entità pecuniaria che gli oggetti di una collezione rappresentano a stimolare l’odierna disponibilità a collezionare, ma piuttosto l’interesse a circondarsi di ciò che piace, l’impegno per la ricerca degli oggetti, la curiosità di conoscerne la provenienza, la funzione, la collocazione storica e geografica, il piacere di ordinarli, catalogarli, sistemarli in bacheche, cornici, album e raccoglitori.
Collezionare è sinonimo di pazienza, di gusto, di sensibilità, di interesse culturale, indipendentemente dal pregio e dal peso pecuniario che il raggiungimento di taluni oggetti comporta.
Ogni pezzo di una collezione qualsiasi, per quanto modesto possa essere, ha una sua anima, una sua connotazione, un suo fascino, un suo significato semantico, oltre a quello che il collezionista gli attribuisce.
Uno dei piaceri del collezionista è quello di entrare in rapporti con altre persone, in tutto il mondo, che coltivano gli stessi interessi ed oggi questo contatto è reso ancora più facile con la "navigazione" in Internet.
Si possono così scambiare direttamente informazioni, pareri, consigli ed anche "doppioni" (per via postale, naturalmente).
Tra i collezionisti di uno stesso genere di oggetti vi è solitamente un rapporto di amicizia e quasi mai sorgono rivalità.


Le origini della telefonia pubblica: il gettone telefonico

Il primo telefono nasce nel 1871 grazie al genio dell’inventore italiano Antonio Meucci. La storia riconosce, però, allo statunitense Alexander Graham Bell l’averlo perfezionato e reso utilizzabile brevettandolo il 14 febbraio 1876.
Nel 1886, infatti, la Corte Suprema degli Stati Uniti riconobbe la priorità scientifica dell’invenzione ad Antonio Meucci, lasciandone tuttavia a Bell le possibilità di sfruttamento economico, in quanto il brevetto del 1871 di Meucci era scaduto nel 1873 per il mancato pagamento dei diritti.
Nel febbraio 1877, A. Graham Bell, tenne una lezione al Lyceum Hall di Salem, nel Massachusetts, in cui parlò dell’apparecchio da lui costruito.
Durante quella lezione dimostrò di poter fare una conversazione telefonica con il suo assistente che si trovava a Boston, a 28 km di distanza.
Nel 1877, a Boston, viene fondata da Graham Bell, insieme ad altri due finanziatori, la Bell Telephone Company che nel 1885, trasferitasi a New York, diventa la American Telephone & Telegraph Company, l’AT&T, la più grande compagnia telefonica del mondo.
La prima telefonata in Italia fu effettuata il 30 dicembre 1877, dalla caserma dei vigili del fuoco di palazzo Marino, al centro di Milano.
Per quanto attiene la Città del Vaticano, le due Carte da L. 3.000, emesse a maggio 1998, per commemorare la milionesima carta telefonica vaticana (n. 46 e 47 capitolo Città del Vaticano Catalogo Golden), recitano: "1886: sotto il pontificato di Leone XIII, Giovanni Battista Marzi (1860-1927) realizza, per la Biblioteca Apostolica Vaticana, il selettore telefonico".
Evidentemente, già nel 1886, la Città del Vaticano faceva uso della tecnologia telefonica.
A partire dai primi esperimenti, il sistema di comunicazione telefonico si sparse in tutto il mondo assumendo sempre più una funzione sociale insostituibile.
La prima forma di pagamento per i servizi telefonici offerti nei luoghi pubblici di tutto il mondo fu ovviamente con il denaro.
A partire dagli Stati Uniti, però, si diffuse rapidamente l’uso di tagliandi e di gettoni metallici personalizzati dalle società private che per prime investirono ingentissimi capitali nello stendere linee telefoniche per migliaia di chilometri.
Nei Paesi dove mancava quella cultura di mercato liberista e concorrenziale tipica del mondo anglosassone, lo Stato stesso si fece carico di allestire reti telefoniche nazionali.
Soprattutto in questi Paesi, fecero la comparsa speciali marche simili a francobolli, i così detti francobolli telefonici, che emessi dalle Amministrazioni postali pubbliche valevano la conversazione per un tempo definito. Solo a partire dal secondo decennio del secolo compariranno i primi, veri e propri, gettoni telefonici ufficiali.
In Italia il primo gettone fece la sua apparizione alla Fiera di Milano dell’ormai lontano 1927 ad opera della STIPEL. Gli otto apparecchi sperimentali a prepagamento per telefonate urbane funzionavano con un gettone a tre scanalature, del costo di 60 centesimi. L’esperimento fu positivo, gli apparecchi si moltiplicarono e l’anno seguente la TIMO imitò la STIPEL.
In seguito, anche la TELVE si uniformò utilizzando gettoni con scanalatura, mentre la TETI iniziò nel 1930 con apparecchi funzionanti con le monete da 50 centesimi, per passare poi, nel 1935 (anno delle sanzioni), alla coniazione di un gettone prima di alluminio e poi di zinco, delle stesse dimensioni delle monete e senza scanalature. Ad esso seguì un periodo di funzionamento di apparecchi a moneta.
Si arrivò così al 1945, quando la TETI coniò un gettone con tre scanalature, unificandosi così con le altre zone.
Negli anni successivi, i gettoni coniati riportavano un particolare che li avrebbe distinti nel tempo, cioè il gruppo anno-mese, un numero le cui prime due cifre rappresentavano l’anno, le seconde due il mese di coniazione. In questo periodo, fino al 1959, coniò una sola ditta, la ESM, seguita poi da altre tre (IPM, CMM, UT), a causa del notevole numero di apparecchi a gettoni installati e nelle cabine stradali. I gettoni di questo periodo furono coniati fino al mese di novembre 1980, ultimo conio conosciuto.
Dalla tabella riportata si può notare come, attraverso gli anni, sia aumentato il costo del gettone, in confronto con l’aumento del francobollo per la spedizione di una lettera e del prezzo di un quotidiano.

ANNO GETTONE LETTERA QUOTIDIANO  
1938 0,6 0,5 0,3
1945 2,5 2 3
1948 15 15 15
1955 25 25 25
1964 45 30 50
1974 50 50 100
1980 100 170 400
1982 100 350 500
1984 200 450 600
1994 200 750 1.300
1997 200 800 1.500


L'intuizione della carta telefonica prepagata

La SIDA (Società Italiana Distributori Automatici), con sede a Montichiari (Brescia), nata nel 1973, si occupava della realizzazione di distributori automatici di bevande calde e fredde. All’inizio degli anni settanta, infatti, la SIDA, prima al mondo, aveva presentato il distributore automatico di caffè dotato di modulo di pagamento a scheda magnetica. La genialità progettuale aveva una sua precisa motivazione e muoveva, inoltre, dalla sicurezza di avere, a monte, un sicuro selezionatore di monete, che era un altro progetto di cui la SIDA vantava la primogenitura. In un opuscolo dell’epoca si legge: "Le monete da lire 50 o 100 sono ormai rarissime. Le monete da lire 10 addirittura introvabili. Il sistema a scheda magnetica si usa come un conto corrente bancario: si versa quando si vuole, e le nostre macchine erogano i prodotti richiesti scalando dalla scheda il relativo controvalore. I versamenti e gli accrediti relativi sulle Carte vengono solitamente effettuati da personale o macchine apposite: è però possibile ricaricare parzialmente le Carte a mezzo monete metalliche, direttamente sulla macchina"
Il successo su scala nazionale del sistema la SIDA lo ottiene tuttavia nel campo della telefonia pubblica, dove, per un decennio, dal 1976 al 1986, si è potuto telefonare comodamente all’estero o in extraurbana unicamente dai telefoni a scheda progettati e prodotti dalla SIDA. Un primato internazionale indiscusso. Lo stesso servizio fu esteso alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica con il "terminale telefonico pubblico a scheda magnetica SMT/08". (Vedere capitolo su Catalogo Golden Italia "Carte per Servizi Speciali"). Tali apparecchi, interamente progettati e prodotti dalla SIDA, sono stati forniti alla SIP italiana (ora TELECOM) fino al 1985. Contemporaneamente sono stati forniti alla SIP distributori automatici di gettoni telefonici e Carte, per i quali, sempre la SIDA, ha continuato ad essere fornitore ufficiale fino al 1994.

SMT/08 era un apparecchio telefonico completo, adatto a tutti i tipi di reti telefoniche pubbliche o private operanti con centrali di commutazioni automatiche. Le sue caratteristiche erano quelle di consentire chiamate telefoniche soltanto attraverso un credito monetario (codificato in forma magnetica) su una speciale carta di credito preventivamente acquistata dall’utente. Il metodo di codificazione proteggeva contro tentativi di contraffazione della scheda magnetica. Il credito della scheda magnetica poteva essere espresso sia sotto forma di "unità di tassazione", sia in forma di "valore monetario".Il secondo tipo di apparecchio telefonico SMT/08/2 (39 bit) funzionava con Carte "a credito" e "nominative". I vantaggi di questi tipi di apparecchi erano evidenti: evitavano i rischi di effrazione perché nessun valore era contenuto nell’apparecchio; consentivano ogni tipo di selezione diretta (locale, lunga distanza ed internazionale); potevano essere velocemente adattati a tutti i tipi di tariffe, senza modificare i sistemi di tassazione; potevano differenziare gli addebiti in accordo con le tariffe delle fasce orarie; consentivano chiamate gratuite a numeri speciali; non richiedevano monete ed evitavano costi e rischi della raccolta del denaro e ciò era particolarmente importante dove la scarsità di monete costituiva un vero problema.
Il primo prototipo di telefono a scheda fu consegnato dalla SIDA alla SIP nel novembre del 1975 e nell’aprile e maggio dell’anno successivo furono installati, insieme ai relativi distributori di Carte, 24 telefoni in Via C. Colombo, nel Palazzo Alessandrini, sede della "Società Italiana per l’Esercizio Telefonico" (SIP). Le prime prove furono effettuate nel posto telefonico pubblico situato all’interno del Galoppatoio di Villa Borghese a Roma ed evidenziarono la poca rigidità delle Carte (realizzate dalla ditta Pikappa di Masate, in provincia di Milano) che tendevano talvolta a bloccare il distributore. Successive modifiche tecniche portarono anche all’introduzione dell’angolo asportabile, necessario per facilitare l’introduzione della scheda nel verso giusto, divenuto da allora una caratteristica delle Carte telefoniche italiane.
La fabbricazione delle Carte per gli apparecchi telefonici prodotti dalla SIDA, dopo un periodo di sperimentazione svoltosi nel 1976, fu affidata alla ditta Pikappa di Masate che, oltre alla stampa vera e propria delle Carte, provvedeva anche ad applicare la banda magnetica, codificata poi nello stabilimento di Torino. La data di emissione era rappresentata, come per i gettoni telefonici, da un numero di quattro cifre: le prime due rappresentavano l’anno, le successive il mese. Ad esempio, 8005 significa maggio 1980. Le Carte SIDA, tutte prodotte dalla Pikappa dal 1977 al 1988, hanno subito importanti cambiamenti alle loro caratteristiche specifiche a causa dell’evoluzione tecnologica e delle vicende societarie della SIP. Le Carte SIDA sono, quindi, divisibili in tre grandi gruppi.
Attualmente la SIDA prosegue il suo lavoro di anticipazione tecnologica ed ha presentato, ancora prima e per ora unica al mondo, la "microscheda" (Mod. LBM) e quindi la "microscheda ad obliterazione irreversibile" (Mod. BIP). I settori per i quali sta curando in particolare il lancio tecnico/commerciale sono: sistemi di controllo, gestione ed esazione aree sosta; parcometri; erogazione di tratte di viaggio, ticket; distribuzione automatica in genere.
I collezionisti di francobolli ricorderanno anche i distributori di francobolli in rotolo (prodotti per il Ministero delle Poste) e i distributori di francobolli in libretto (per l’Ente Filatelico della Repubblica di San Marino), tutti fabbricati appunto dalla SIDA.


Introduzione al collezionismo di Carte italiane

Dopo le varie esperienze effettuate dalla SIP e dalla SIDA sia sulle Carte che sulle apparecchiature destinate a riceverle e decodificare, si introduceva il concetto di validità che veniva espresso con una data di scadenza apposta sulla carta stessa. L’ultima serie che potremmo dire destinata a raggiungere la quasi perfezione fu la "Turistica" con tutte le sue complesse vicissitudini sia di edizione attraverso le due aziende produttrici che con gli enti, comuni e regioni interessate. A nostro giudizio, con l’emissione della serie ordinaria "Fasce orarie" ha inizio su tutto il territorio nazionale il vero e proprio servizio telefonico per mezzo di Carte prepagate.
Tutte le esperienze precedenti, il gruppo SIDA, la serie Bianca, la serie Rossa, la serie Turistica, le abbiamo considerate "precursorie" al servizio telefonico a Carte magnetiche. Ai collezionisti, specialmente ai nuovi, consigliamo di interessarsi ad una collezione organica cominciando dalla serie ordinaria "Fasce orarie", con la quale ha inizio la nostra catalogazione effettiva. Una volta completata la collezione o acquisita una certa conoscenza della materia ci si potrà dedicare ad una maggiore specializzazione.
La collezione delle Carte telefoniche costituisce la prosecuzione logica e l’integrazione della filatelia; il "Francobollo", che rappresentava il messaggio epistolare, "la lettera", si è gradualmente trasformato ed aggiornato nella "telecarta" per perpetuare il messaggio, la comunicazione sociale in chiave moderna, "la telefonata".


Il collezionismo di Carte telefoniche

Il collezionismo delle Carte telefoniche prepagate, non solo in Italia ma praticamente ormai in tutto il mondo, sta assumendo proporzioni ben più vaste di quanto non si potesse supporre soltanto pochi anni fa. Le strutture di vendita diretta ed indiretta, sempre più diffuse, le mostre e le manifestazioni organizzate da e per i collezionisti di Carte telefoniche stanno minacciando il primato detenuto dalla filatelia che, soprattutto tra i giovanissimi, è stata quasi sostituita da questa più moderna forma di "collezionismo della comunicazione fonica". La domanda di Carte telefoniche è ormai internazionale ed ha superato ogni confine e limite geografico, il mercato è divenuto globale.
In Italia, alla fine del 1996, il numero dei collezionisti era stimato in oltre centomila. Fino ad oggi oltre centotrentamila sono stati coloro che hanno scritto o chiamato il numero verde 167-341341 della Telecom per essere inseriti nella mailing-list e poter ottenere il listino quadrimestrale delle ultime emissioni distribuito gratuitamente ed inviato per posta. Circa il 50 per cento di coloro che ricevono il catalogo delle Carte telefoniche è costituito da collezionisti di francobolli (filatelisti) per i quali le Carte telefoniche rappresentano una logica appendice e prosecuzione della collezione filatelica, mentre il restante 50 per cento è costituito da persone che si sono appassionate al collezionismo proprio grazie alle Carte telefoniche. Questi neofiti, perciò potrebbero essere altri potenziali filatelisti, che probabilmente si affacceranno al mondo della filatelia per il gusto, la curiosità, la passione di conoscere i francobolli, che potremmo chiamare i precursori della "comunicazione fonica".
Si tratta di un forte mercato in continua crescita e che non ha mai subito flessioni (al contrario di quello dei famosi miniassegni, collezionismo già in partenza destinato a scemare con la successiva coniazione abbondante di monete metalliche), e che promette sviluppi sempre maggiori ed è ormai ben organizzato con pubblicazioni, riviste, cataloghi, manifestazioni, mercatini, rassegne di vendita di cui parleremo negli appositi capitoli. Associazioni filateliche che si interessano anche delle Carte telefoniche ed associazioni esclusivamente dedicate alle Carte telefoniche rappresentano dei punti di riferimento ben definiti nel grande ed affascinate mondo del collezionismo.
Il fenomeno, sviluppatosi già da qualche anno in modo imprevisto soprattutto in Italia (che ha, tra l’altro, il merito della paternità, attraverso la SIP, di questa moderna forma di comunicazione), è ora, come già detto, diffuso in tutto il mondo ed in alcune nazioni come Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Australia e Giappone sta minacciando il primato della filatelia che sembra passata quasi in secondo ordine.
In Germania i collezionisti sono stimati in oltre 200mila e a 35mila persone viene inviato dalla Deutsche Telekom, il bollettino informativo chiamato "servizio novità" che contiene, in analogia con quanto fatto dalla nostra Telecom, notizie ed illustrazioni di tutte le nuove emissioni di Carte telefoniche. Anche San Marino e la Città del Vaticano hanno emesso alcune gradevolissime serie di Carte telefoniche. Ma di questo tratteremo in apposti capitoli. In ultimo, non va taciuto anche l’aspetto speculativo o di accantonamento di capitale costituito da una collezione ben organizzata, che vedrà sempre più accrescere il suo valore di mercato.



La classificazione delle Carte telefoniche

Ai fini collezionistici, diversi elementi contraddistinguono le Carte telefoniche: l’immagine riprodotta sulle due facciate, il valore facciale o d’acquisto, la data di scadenza, la tiratura e la ditta produttrice, la presenza di codici numerici o a barre.
Se uno soltanto di questi elementi varia, si ha una scheda di "nuovo tipo" e quindi destinata ad essere collezionata come diversa.
Talvolta l’immagine, che può sembrare identica, può variare per il taglio, la dimensione, l’inquadratura (per esempio, il caso della scheda riproducente la "Fontana maggiore di Perugia", Catalogo Golden, capitolo Serie Turistica) e perciò, anche in presenza degli altri elementi identici, si hanno delle "varietà", dei "nuovi tipi".
Le Carte telefoniche emesse in Italia dalla SIP, prima, e Telecom Italia, dopo, possono essere di diverse categorie:

  • Carte ordinarie:
    sono le più comuni perché emesse in tirature elevatissime;
  • Carte tematiche:
    riguardano molteplici argomenti (cultura, arte, turismo, sport, ecc.) e sono emesse di norma con cadenza mensile.
    Ogni tema viene rappresentato con una serie di esemplari variabile da quattro a dodici.
    La tiratura prima limitata a 30 o 40mila esemplari ha raggiunto i 65.000 ed oltre esemplari per immagine.
    Sono quelle di maggior interesse per i collezionisti che possono scegliere anche soltanto le loro tematiche preferite;
  • Carte pubblicitarie:
    sono commissionate da Società, Aziende, Enti, ecc. per scopi promozionali ed hanno tirature, anche molto limitate, variabili in base ai contratti firmati con i committenti;
  • Carte speciali:
    vengono emesse per celebrare e ricordare eventi e manifestazioni di particolare importanza.
    E qui è il caso di ricordare, a titolo di esempio, la scheda emessa in occasione del vertice dei G7 o quella relativa al VII Centenario Lauretano;
  • Carte figurate ordinarie:
    servono a propagandare un servizio, una nuova apparecchiatura, un numero utile.

Carta, scheda telefonica o telecarta?

Nell’uso comune, per identificare l’oggetto del nostro collezionare si usa indifferentemente il termine "carta telefonica" oppure "scheda telefonica", noi riteniamo più appropiato il termine "scheda telefonica" e l’abbiamo già segnalato ed ampiamente adoperato nella nostra 1º Edizione del "Catalogo delle Carte Telefoniche Italiane 1996".
Mentre rimane corrente la dizione "carta" per alcune espressioni del dialogo, specie se vogliamo ben intenderci con gli stranieri che adoperano l’omologo "card" o "telephon card" oppure la versione tedesca "telefonkarte".
Noi stessi usiamo frequentemente nelle nostre pubblicazioni la versione "Carte" e ciò è tanto vero che il nostro Catalogo reca il titolo "Carte Telefoniche Italiane", tuttavia la versione "scheda" è più corretta.
La Telecom, che ha fatto proprio questo nostro punto di vista, ha definitivamente adottato, dopo tanti anni e dopo l’uscita del nostro catalogo del 1996, la dizione "scheda". Dalla serie "Uova decorate – Pasqua ‘96" su tutte le nuove emissioni è appunto cambiata la dizione da "Carta Telefonica" a "Scheda Telefonica".
La voce "tessera", da qualcuno adoperata, è comunque, senz’altro, da respingere anche perché ormai indicativa delle Viacard, mentre la voce "Telecarta" è abitualmente usata nel linguaggio comune e risulta gradevole.
Nei rapporti internazionali, siano essi fonici che epistolari, useremo il termine internazionale "Telephon Card" o più semplicemente "Card".


I sistemi di lettura e magnetizzazione delle Carte

Gli strumenti per il controllo della magnetizzazione
Come già descritto in altro capitolo, appartiene alla SIDA di Brescia (Società Italiana Distributori Automatici) l’ambito primato mondiale dell’invenzione della scheda magnetica telefonica per apparecchio pubblico. Dopo i primi esperimenti iniziati nel 1975, l’anno successivo furono installati i primi apparecchi SIDA e furono utilizzate le prime Carte con il sistema di lettura a banda magnetica. Già nel 1977 la produzione in serie delle Carte SIDA era iniziata. La tecnologia ideata dalla SIDA (che, per la realizzazione si era avvalsa della Società Pikappa di Masate, Milano) prevedeva che le Carte fossero prodotte già con un angolo smussato, in modo da favorire l’introduzione corretta della scheda stessa. Ma, presentandosi successivamente la necessità di verificare a vista se una scheda fosse nuova od usata, fu inserito un angolo da strappare.
Nel 1979 la SIP, preoccupata del fatto che il sistema SIDA poteva dar luogo a molte frodi, aveva iniziato a studiare nuove tecnologie. Ad un nuovo sistema di Carte magnetiche erano richiesti dei requisiti precisi ed importanti quali l’affidabilità e la sicurezza assoluta, l’insensibilità ai campi elettrici e magnetici la massima difficoltà di falsificazione e l’economicità di produzione. Furono quindi esaminati diversi sistemi presentati da cinque ditte. La scheda magnetica prodotta in robusta plastica dalla ditta S.G.S. ATES conteneva all’interno un chip con memoria EPROM ed era programmato soltanto per la lettura. Questa scheda, usata al Galoppatoio di Villa Borghese a Roma ed in altri otto punti principale della SIP, non venne approvata, ma il brevetto venne ceduto ad una ditta francese consociata.
La ditta Landis & Gir, tra il 1979 ed il 1982, propose alla SIP apparecchiatura con propria tecnologia e Carte magnetiche, prodotte dalla consociata Sodeco, che utilizzava il sistema a scheda olografica, cioè la tecnologia optoelettronica. Essa è molto utilizzata ancora oggi ed utilizza un sistema misto. Un raggio luminoso infrarosso generato da una sorgente luminosa (LED) ed attivo nella parte nera della scheda "legge" le informazioni che sono poste sulla parte illustrata. La scheda viene obliterata utilizzando invece un sistema termico. Sui prototipi di Carte forniti alla SIP (la tiratura, naturalmente, fu molto limitata) compariva la scritta "phonocard". Altri prototipi di Carte (provate anche in altre Nazioni, come ad esempio il Portogallo) riportavano anche la scritta "Service", erano di colore verde ed erano prodotte nel tipo da 240 unità.
Il sistema proposto alla SIP nel 1980 dalla Emidata-Watermark Magnetics, una ditta angloamericana, utilizzava Carte magnetiche dotate di una filigrana magnetica permanente sulla quale veniva sovrapposta un’altra traccia di tipo tradizionale a barrette magnetiche parallele. Non risulta ancora esaminato il sistema a scheda magnetica della ditta francese C.G.A. (Compagnie Général d’Automatisation). Le Carte di questa ditta, curiosamente, riportavano l’invito "dècoupez avant l’usage" e potrebbero essere proprio queste le progenitrici delle Carte, con l’angolo da tagliare, oggi ancora in uso. Ed infine, il sistema magnetico adottato dalla IPM (Industria Politecnica Meridionale) di Arzano (Napoli) si basava sulla seguente tecnologia: delle areole magnetiche (chiamate "dot") applicate sulla scheda avevano la funzione di codifica per il funzionamento del sistema, altre venivano bruciate per mezzo di un arco voltaico che però spesso bruciava un numero di "dot" ben superiore al dovuto e rendeva quindi la scheda inutilizzabile.
Nel 1986 il progetto fu ripreso utilizzando delle Carte prodotte da Technicard System con una banda magnetica che riportava le informazioni per il funzionamento del sistema. Ma in queste Carte i "dot" applicati avevano soltanto la funzione telefonica, come se fossero stati dei gettoni. La prima scheda prodotta, del tipo verticale e contenente 130 "dot", era in plastica sottile e con l’angolo smussato. Un’altra versione, il cui progetto fu temporaneamente sospeso, si chiamava "thincard" e riportava una banda grigia di controllo per prove tecniche. Il progetto fu ripreso nel 1986 con la "twincard", che riportava una banda magnetica di 12 mm. ed era in cartoncino plastificato.
Anche questa tecnologia non fu accettata perché la URMET di Torino, tra il 1985 ed il 1988, aveva ideato dei tipi di lettori di Carte magnetiche più pratici e più sicuri che, soprattutto, utilizzavano Carte a basso costo. Con il 30 giugno 1988 cessarono l’esercizio gli apparecchi telefonici pubblici per la lettura delle Carte verticali con tecnologia SIDA. I prototipi e le prove di Carte con tecnologia URMET risalgono agli anni 1984, 1985 e 1986. Delle Carte della serie bianca e della serie rossa trattiamo in appositi capitoli.
Come è noto, le Carte telefoniche italiane attualmente in uso, presentano una banda magnetica a sinistra dell’indicazione del valore facciale. Tale banda magnetica misura 48 mm di lunghezza e 7,5 mm di altezza, dimensioni inferiori a quelle delle Carte in uso qualche anno fa. Osservando la banda magnetica dell’ultima generazione, si notano le seguenti tracce magnetiche: due barrette, dette "barre di comando", poste alle estremità della banda, servono per interpretare il contenuto dei codici magnetici della banda stessa; tra queste due barrette possiamo individuare tre diverse zone. Le prime due zone, formate da piccole barrette contengono i dati relativi alla validità della carta ed altre informazioni riservate. La terza zona, compresa tra due tacche chiamate "cancelletti", individua il traffico telefonico disponibile; infatti, l’ampiezza di questa zona è proporzionale al valore facciale della scheda e sarà minima per il taglio da 2000 e massima per quello da 15.000.
Immaginando nello spazio tra i "cancelletti" un numero di 50 piccole tracce magnetiche (corrispondenti, ad esempio ai 50 scatti di una scheda da 10.000 lire, che diventano 25 in una scheda da 5.000 lire, e così via), quando la carta viene utilizzata, essa "consuma" ed annulla queste ipotetiche barrette, ad iniziare da quella di destra. Effettuati tutti gli scatti, lo spazio tra i "cancelletti" si sarà talmente ridotto fino ad avere la cosiddetta "chiusura del cancelletto". In tal modo sarà possibile identificare una scheda nuova da una già utilizzata.
Tra i vari sistemi in uso per controllare se una scheda è magnetizzata, ne citiamo due.
Il primo, chiamato "Magnetic card test", permette di controllare agevolmente, prima dell’acquisto, la magnetizzazione. Basta infilare la scheda tra i due feltrini contenuti in questo piccolo ed utile accessorio, farla scorrere fino in fondo ed agitare per fare in modo che la polvere di ferro rivelatrice faccia apparire la banda magnetica. Se ciò non avviene, significa che la scheda non è mai stata magnetizzata e quindi si tratta di una falsificazione.
Un altro metodo, denominato "Arnold", è costituito da una piccola scatola contenente una spugna bagnata ed una lente particolare. E’ un sistema molto più costoso del precedente, ma appare più preciso ed affidabile. Qualunque sia il metodo utilizzato, si tratta comunque di una prima ma importate accortezza che il collezionista avveduto deve seguire per ricercare l’esistenza della banda magnetica ed evitare possibili tranelli.


Collezionare il nuovo o l'usato?

Una celebre massima confuciana dice che: "Seduti si sta bene, ma sdraiati si sta meglio" è quindi logico che poter collezionare tutte le Carte nella versione sia "Nuovo" che "Usato" sarebbe l’ideale per un’appassionato, ma ciò comporta un onere di spesa eccessivo, specie per i giovani non fruitori di un proprio reddito.
Noi della Golden Italia, lo abbiamo già detto sul nostro Catalogo, preferiamo e consigliamo le Carte usate per i seguenti motivi:

  • costano molto di meno e con una modesta cifra o con accorgimenti che ora suggeriremo sarà possibile procurarsele;
  • hanno assolto al compito per cui sono state prodotte e quindi una funzione esaurita socialmente ed intrinsecamente che consente loro il pieno diritto di figurare in collezione forse più di una scheda "nuova";
  • resta di ciascuna scheda usata il fascino delle notizie che potrebbero essere passate attraverso di essa: amori, affari, entusiasmi, delusioni, notizie, tutte della meravigliosa comunicazione umana;
  • la ricerca di ciascuna delle Carte mancanti nei mercatini o tra gli amici e conoscenti, appaga il collezionista e lo occupa nella ricerca con un impegno socialmente valido, istruttivo ed entusiasmante.

È troppo semplice e poco gratificante ricevere le Carte "nuove" per posta dalla Telecom ed inserirle nella propria collezione.
Ed ecco alcuni accorgimenti che potrebbero risultare utili per arricchire la propria collezione economizzando al massimo. Essere attenti ed aggiornati per tutte le nuove emissioni di Carte "Pubbliche", potersi procurare la propria "usata" o raccogliendo la stessa dagli apparecchi pubblici o scambiandola con gli amici od acquistandola ancora come ultime novità nei mercatini ad un prezzo conveniente. I problemi sorgono con le "Private", con Carte a tiratura limitata o di costo elevato come per esempio quelle da L. 15.000; in questi casi sarà utile poterle ricevere per posta dalla Telecom pagandole a prezzo "facciale" (cioè quanto indicato come valore di utilizzo). Nulla vieta di utilizzare queste Carte acquistandole "nuove" e farle poi consumare ad amici e parenti con la preghiera di renderle non appena esaurite, anche se con un minimo rimborso per il disturbo, questo risulterà vantaggioso per l’utente e consentirà al collezionista il possesso di una scheda pregiata pagandola molto poco.
Si potrà obiettare che le Carte emesse da molti anni hanno raggiunto prezzi proibitivi e quindi sarà impossibile procurarsele, a costoro possiamo rispondere che nulla vieta di iniziare una collezione da una certa data in poi per esempio da tutte le Carte con scadenza 31.12.97, oppure dal volume 4º o 5º della Golden. Questo accorgimento permetterà di vendere al meglio qualche scheda precedente di cui se ne ha un possesso fortuito per avere i "fondi" necessari ad intraprendere la collezione da un certo punto in avanti.
Avvertenza: vorremmo avvertire i più giovani ed i più "intraprendenti" di quanto è pericoloso manomettere le cassette per le Carte usate collocate vicino agli apparecchi telefonici pubblici. Un gesto che può produrre serie conseguenza e di cui non sempre se ne comprende la gravità. Questo tipo di reato viene punito pesantemente dal Codice Penale che non ammette, ne ingenuità ne differenze tra cose costose o cose futili, ed in questo caso prevede il "furto" con "scasso" e nulla può attenuarne le circostanze. Molti bravi giovani e meno giovani hanno passato grossi guai per questa ingenua azione.


Come avviare una collezione

I problemi che incontrano i collezionisti sono, innanzi tutto, quelli di identificare i pezzi, poi reperire ed acquistare il materiale. L’identificazione del materiale e la compilazione della relativa lista (checklist) richiedono un’attenta analisi del mercato. I cataloghi principali sono: il Catalogo delle Carte telefoniche italiane della Golden Italia Editrice ed il Catalogo specializzato delle Carte telefoniche italiane edito dalla C&C. I rispettivi indirizzi sono: Golden Italia Editrice S.r.l., Via Viggiù 13, 00125 Roma Acilia; Edizioni C&C, Via Asuncion, 9/C, 10134 Torino.
Il primo, che nella prima edizione 1996 contava 128 pagine, è giunto, nell’edizione 1998, a 300 pagine, avendo catalogato con precisione tutte le emissioni "Omaggio" più le "Omaggio Private" e "Private rese Pubbliche", gli "Usi Speciali", le Carte telefoniche internazionali "Telecom Italia" ed "ATW Italia, le Carte ’"Alto Adige", "San Marino e "Città del Vaticano". Ai collezionisti (soprattutto giovani), l’editore consiglia di prediligere una raccolta organica, cominciando dalla serie ordinaria "Fasce orarie", con cui si apre la catalogazione. Personalmente (e molti condividono la sua opinione) egli dichiara la sua predilezione spiccata per "le Carte usate che, se non altro, hanno il vantaggio di avere assolto il compito per cui sono nate e nelle quali resta tutto il fascino dei messaggi che sono passati attraverso di esse: affari, amori, ansie, delusioni".
Il catalogo della Golden Italia, che ha il notevole merito di essere graficamente attraente e completo, mostra con chiarezza e semplicità tutte le Carte telefoniche dell’area italiana, fornendo tutte le informazioni conosciute. Le quotazioni sono aderenti al mercato che è in continua crescita e forte espansione. Costante preoccupazione dell’editore è stata quella di rendere il più facilmente accessibile la materia. Particolarmente interessante appare lo schema per la classificazione delle Carte telefoniche italiane elaborato con precisi intenti didascalici.
Un formato leggermente più piccolo ed un numero di pagine superiore (384) per il catalogo specializzato di Cacace e Cecconi che riporta anche, in appendice, un breve capitolo con illustrazioni di alcune teleCarte straniere prodotte dalla italiana URMET. Utile per i collezionisti di gettoni telefonici (logicamente ritenuti i precursori delle Carte) il quadro riassuntivo delle emissioni.
Oltre ai cataloghi citati, esistono alcune pubblicazioni che possono essere consultate.
· "Tuttocard mania" è un "mensile di informazioni e curiosità sulle Carte telefoniche e altre collezioni" (come è scritto sulla copertina) edito da Epierre S.r.l. di Milano ed in vendita nelle principali edicole ad un prezzo di 6.500 lire. Contiene rubriche con le quotazioni ed annunci di scambi;
· "Telecart Italia" è un notiziario bimestrale (5 numeri annuali) che viene inviato ai soci del TelecartItalia Club (Edizioni C & C - Torino);
· Telecom Italia invia gratuitamente ai collezionisti i cataloghi delle nuove emissioni: basta telefonare al numero verde 167-341341 per essere inseriti nella "mailing list". Secondo quanto scritto nella premessa del catalogo Telecom, per le Carte "è stata, da un lato ampliata la tiratura in modo coerente al progressivo aumento della domanda e, dall’altro, procrastinato a fine periodo di accettazione degli ordini la distribuzione delle stesse su altri canali di vendita".
Continuando nel discorso iniziato con i cataloghi e proseguito con le riviste, consigliamo vivamente i collezionisti di seguire con attenzione e grande interesse la dettagliata e ben documentata rubrica sulle Carte telefoniche che Maurizio Fumagalli conduce con competenza mensilmente su "Cronaca Filatelica", senza dubbio una delle più complete, documentate e graficamente attraenti riviste filateliche al mondo, che si occupa di francobolli, di storia postale, di annulli, di interi postali, di cartoline maximum, di cartoline d’epoca e di teleCarte. "Cronaca Filatelica" è in vendita nelle edicole ed in abbonamento (EDER S.r.l., Via Orazio, 22 - 80122 Napoli, tel. 081/7611315, fax 081/7611316). La rubrica è consigliabile ai collezionisti perché contiene anche informazioni utili sulle emissioni di Carte telefoniche estere e molti approfondimenti e notizie difficilmente reperibili altrove.
Analoga rubrica che informa sulle novità è presente anche nella rivista mensile "La Tribuna dei Collezionista" dell’editore Tommaso Valente (Via San Nilo, 4 - 04024 Gaeta).
Sia le novità che i cataloghi e le riviste e pubblicazioni varie relative ai Paesi esteri (assolutamente necessari nei caso in cui il collezionista voglia iniziare una collezione tematica di Carte telefoniche, assai più interessante e stimolante rispetto ad una collezione "tradizionale" per Nazione) potranno essere ordinati direttamente rivolgendosi agli Enti di cui forniamo gli indirizzi nell’apposito capitolo "indirizzi utili".
Le Associazioni di collezionisti di Carte telefoniche, sorte numerose in tutta Italia sono un’altra fonte utilissima di informazioni e scambi di opinioni e di materiale tra i soci (è sempre valido il concetto dell’attualità degli scambi). Consigliamo i giovani collezionisti di prendere contatto con le Associazioni più vicine ai luoghi di residenza. Alcuni indirizzi sono inseriti nello stesso capitolo "Indirizzi utili". Tutte le Associazioni di collezionisti di Carte che desiderino essere menzionate su una prossima edizione di questo manuale, possono comunicare indirizzo, attività sociale ed informazioni ritenute alla Golden Italia Editrice (Via Viggiù, 13 - 00125 Roma Acilia).
Oltre che il rifornimento "alla fonte", sarà utile, per la ricerca dei materiale, ricorrere a commercianti filatelici (ora in massima parte competenti anche per quanto riguarda le Carte telefoniche), rivolgersi, anche all’estero, utilizzando le inserzioni che compaiono sulle riviste specializzate (filateliche e telecartiste), partecipare a convegni, esposizioni, fiere e saloni (meglio se a partecipazione internazionale), dove commercianti specializzati potranno fornire, anche se non immediatamente, tutto ciò che cerchiamo con le "checklist", infine pensare anche alle aste per corrispondenza, in cui è possibile reperire materiale interessante anche a prezzi abbordabili.
L’appassionante ricerca di materiale nei numerosi mercatini che si svolgono periodicamente in tutta Italia (ed all’estero) consente di reperire, tra antichità, anticaglie, modernariato ed oggetti per collezioni di ogni genere, anche le Carte telefoniche che da tempo hanno trovato diritto di cittadinanza e spazi sempre più ampi, costituendo spesso gli "oggetti dei desiderio". Che cosa c’è di più divertente, per esempio, per un genitore, del trascorrere una domenica con i figli e, approfittando di una gita "fuori porta" all’aria aperta, passare anche qualche momento alla ricerca di materiale in uno di questi mercatini, che sono anche luoghi di incontro e socializzazione? In un apposito capitolo è riportato un elenco completo ed aggiornato di tutti i principali (noti e meno noti) mercatini d’Italia. Buona ricerca, buona fortuna e buon divertimento!
Per concludere con una nota positiva nei confronti dei vecchi filatelisti (alcuni dei quali storcono il naso davanti a questa nuova e prorompente forma di collezionismo), si può affermare con cognizione di causa che il collezionismo delle Carte telefoniche, secondo il nostro parere, non ha sottratto energie alla filatelia, ma, al contrario, ha contribuito in maniera determinante a far conoscere ai giovani i negozi di francobolli (in cui molti non erano mai entrati prima) ed il collezionismo degli stessi francobolli a quanti forse un francobollo non lo avevano mai toccato, neppure per affrancare. Questo approccio, ne siamo convinti, potrà portare nel tempo anche ad un interesse maggiore per la filatelia, di cui le Carte, come abbiamo più volte affermato, rappresentano una logica prosecuzione ed una moderna evoluzione. Nulla di più facile e naturale che i non filatelisti, prima o poi, sentano la curiosità ed il bisogno di conoscere... gli antenati!


La sistemazione di una collezione

Una volta procurate le Carte, bisogna affrontare il problema della loro collocazione, conservazione e valorizzazione dal punto di vista estetico. Scartate decisamente le scatole ed i pacchetti di teleCarte legati con elastici (che possono anche dannegiarle), una sistemazione idonea e razionale è quella negli album a taschine appositamente studiati e prodotti da alcuni editori.

Tra questi album è da segnalare quello, brevettato, prodotto dalla Golden Italia. Nel suo genere, è unico, perché consente la visione di entrambi i lati delle teleCarte e riporta la loro descrizione. Inoltre, in ogni casella, è inserito un facsimile della scheda corrispondente, che andrà via via sostituito non appena si verrà in possesso della scheda in originale.
L’album, quindi, non "soffre" esteticamente, perché non esistono caselle vuote, ma soltanto caselle in attesa di ricevere la sospirata scheda in originale.
Ma, soprattutto, è da prendere in seria considerazione l’argomento che riguarda la qualità e la compatibilità della plastica utilizzata che, nell’album in questione, elimina il possibile e drammatico "incollaggio", nel tempo, delle stesse Carte al supporto in cui sono inserite.
Quest’ultimo è, ripetiamo, un aspetto molto importante da prendere in esame, per evitare il danneggiamento irreparabile delle teleCarte che, com’è noto, sono realizzate in plastica PVC, polietilene o cartoncino più o meno robusto e plastificato.
È importante anche precisare che ogni album classificatore fornito dalla Golden Italia è munito di un certificato che garantisce i materiali usati.
Attualmente, gli album raccoglitori della Golden Italia sono disponibili per tutte le Carte italiane, ivi comprese quelle emesse per l’Alto Adige (bilingui), per San Marino, ed il Vaticano e per alcune Nazioni estere, tra cui Germania, Gran Bretagna, Francia e Giappone.
È prevista la produzione di altri album destinati alla raccolta ordinata e sicura di Carte provenienti da molte Nazioni estere nonché per raccolte a soggetto come aerei, navi, animali, ecc..

Per una collezione tematica sono sufficienti fogli generici (pure prodotti su brevetto Golden Italia), in cui ciascuno potrà ordinare le teleCarte secondo il proprio schema o piano di collezione studiato.
Naturalmente, i fogli generici potranno essere utilizzati anche per collocarvi eventuali Carte che presentino varietà o costituiranno dei "fogli di attesa" (per esempio, per Carte estere di cui ancora non sia disponibile il relativo album raccoglitore).

Infine, uno strumento indispensabile è il "magnetic card test" che consente di controllare facilmente se la scheda è magnetizzata o se è stata annullata da Telecom.
Se sul codice a barre non appaiono dei particolari segni, che sono illustrati sul foglietto di istruzioni (semplicissime), significa che la scheda non è stata mai magnetizzata e che quindi si tratta di un cartoncino falso e privo di valore. Attenzione, quindi, alle possibili frodi da parte di operatori non autorizzati e privi di scrupoli e, quando girate alla ricerca dei Carte telefoniche da acquistare, per sicurezza, non dimenticate di portarvi in tasca questo strumento piccolo e semplice, ma utilissimo ed efficiente.

Le Carte telefoniche hanno due nemici: la plastica nella quale vengono collocate ed il campo magnetico generato da tante Carte di differenti potenzialità riunite in gruppi.
La più comune plastica o PVC (cloruro di polivinile) è una materia attiva; le molecole che la compongono sono sempre in movimento. Più è caldo e più è veloce il movimento delle molecole, ecco perché, in pratica, con il calore la plastica tende ad ammorbidirsi. Poiché le Carte sono per la maggior parte fabbricate con il PVC ed il PVC stesso è la base dei colori con i quali esse vengono stampate, il movimento molecolare causato dal calore tende ad unire il PVC delle Carte e dei colori con il PVC delle bustine nelle quali esse vengono contenute, con il conseguente danneggiamento delle Carte stesse.

Questo fenomeno può essere facilmente rilevato dopo un certo periodo di conservazione, in quanto le superfici di Carte e bustine tendono ad incollarsi, con il conseguente trasferimento dell’impronta di stampa dalle Carte alle bustine. Ecco il motivo per il quale occorrono fogli e bustine in materiali speciali, che non contengano PVC.

Il secondo nemico delle Carte sono i campi magnetici; così come una calamita od un altoparlante messi vicini alle Carte ne danneggiano la magnetizzazione a barre, un album pieno di Carte troppo vicine tra loro fa sì che esse interferiscano reciprocamente e si danneggino.
Un album che garantisca una buona conservazione delle Carte deve essere realizzato in modo tale che tra le Carte vi sia una distanza tale da evitare dette interferenze.
Gli album della Golden Italia evitano accuratamente che questi due pericoli possano realizzarsi. Infatti, le bustine di contenimento, fabbricate con materiali perfettamente compatibili con la plastica, sono montate su fogli di cartoncino adeguatamente calibrati per garantirne la distanza senza interferenza magnetica.


 

 

     

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Via Viggiù, 13 - 00125 Acilia (RM) - Tel. 06.45.42.93.92 (ric. aut.) - Fax 06.45.42.93.93 - e-mail: goldenitalia@nettuno.it

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