La Golden
Italia, sempre all' avanguardia
nel
settore Editoriale collezionistico, nel
1998 pubblicò
“Come collezionare carte telefoniche”,
una guida
alla conoscenza delle telecarte, delle viacard
e
delle loro particolarità.
La pubblicazione ha avuto un grande riscontro
sul pubblico dei collezionisti, ad oggi
ne
possediamo solo pochissime copie per richieste
eccezionali.
Riproponiamo alcuni
capitoli,
tra i più importanti , per chi
non ha avuto la
possibilità di consultare questa
preziosa guida.
Il
Libro "Come
collezionare carte telefoniche"
guida alla conoscenza delle telecarte,
delle viacard e delle loro
particolarità, composto da 224 pagine
è in vendita presso Golden Italia,
al prezzo di €
10, più € 7 di spese
di spedizione.
Per
ordinarlo leggi
qui.
Il
collezionismo e la sua origine
Il
collezionismo, oggi largamente diffuso,
ha una storia che si perde nella notte
dei tempi; il gusto della raccolta, infatti,
nasce con l’uomo e precisamente
con il suo istinto per la conservazione
e l’accumulo prima delle riserve
alimentari, poi di oggetti anche superflui.
Tra i collezionisti "ante litteram"
i faraoni, di cui si ricordano le fastose
raccolte di ogni tipo.
Tra essi Tutankhamon che si fece seppellire
con la sua vastissima collezione di bastoni
e canne da passeggio, oltre a favolosi
gioielli.
Amenofi III, il faraone che allargò
i confini del suo impero 1300 anni prima
di Cristo e che fece erigere statue colossali,
era un appassionato collezionista di oggetti
di smalto azzurro.
Assurbanipal raccoglieva statue ed obelischi.
Nabucodonosor riunì a Babilonia
una spettacolare collezione di oggetti
d’arte strappata ai nemici vinti.
In Grecia l’orgoglio per la collezione
si manifestò fin dai tempi più
antichi.
Tesori tolti al nemico vinto in guerra
venivano esposti all’ammirazione
pubblica, in grandi locali vicino ai templi
più famosi.
Si trattava di bottino di guerra, omaggio
al dio protettore e nello stesso tempo
raccolta di opere d’arte.
Oreficerie, gioielli, tripodi, statue,
stoffe pregiate confluivano nei templi
greci di Olimpia, Delfi, Efeso inviati
dai condottieri vincitori e, in qualità
di ex-voto, dai cittadini che avevano
ottenuto una grazia.
I sacerdoti catalogavano tutto con cura
e sistemavano i tesori in locali nei quali
poteva affluire il popolo in certe grandi
occasioni.
Si può dunque dire che queste raccolte
furono le prime collezioni diventate museo.
Il collezionismo in senso più moderno
trionfò soprattutto a Roma.
I ricchi romani, in virtù delle
loro molteplici conquiste, raccolsero
oggetti preziosi e ragguardevoli opere
d’arte. Marcello fu il primo collezionista
della storia di Roma, ma il suo esempio
fu subito imitato. Silla il dittatore
e Lucullo il proconsole dopo l’esposizione
al pubblico vollero che la maggior parte
dei tesori adornassero le proprie case.
Ciò diventò una mania: ornare
le proprie dimore con capolavori tolti
al nemico.
Verre, Pompeo, Cesare, Cicerone furono
fra i più appassionati collezionisti
dell’antichità.
Cesare collezionava cammei.
Verre, considerato il più grande
collezionista che sia mai esistito, si
serviva di un piccolo esercito di ricercatori,
trafficanti e mediatori che sapevano come
ottenere ciò che poteva interessare
i collezionisti.
A Roma vi erano quartieri destinati a
questo tipo di mercanti.
Sulla Via Sacra, vicino alla Villa Pubblica,
antiquari, orefici, scultori attendevano
i clienti. Andavano di moda le collezioni
di oggetti d’arte greci soprattutto
del V secolo.
Nascevano nel frattempo anche i nomi che
indicavano le sedi delle raccolte.
"Museo" era chiamato l’edificio
costruito da Fidelfo ad Alessandria per
raccogliere opere d’arte ed era
dedicato come dice il nome alle Muse.
Vitruvio chiamò "pinacoteca"
il luogo ove si conservavano collezioni
di quadri.
Plinio chiamò "dattilioteca"
la collezione di cammei.
A Roma per la prima volta nella storia
Marco Agrippa parlò in favore di
un principio sancito poi definitivamente
soltanto dalla Rivoluzione Francese.
Egli disse testualmente: "la collezione
costituisce sempre un patrimonio culturale
cui il pubblico ha il diritto di partecipare.
È quindi illegittimo il godimento
esclusivo del privato che può procurarsi
le opere d’arte solo grazie ai suoi
privilegi".
Il periodo del Medioevo fu tutt’altro
che oscuro e nemico delle lettere, dell’arte
e della cultura. Soprattutto fu la Chiesa
che salvò preziosi culturali ed
artistici detenendo quasi l’esclusiva
del collezionismo.
Durante l’epoca delle crociate tornò
in auge l’hobby del collezionismo
"di guerra" o mercantile.
Le nobili e ricche famiglie veneziane
assunsero un ruolo non indifferente in
questo campo.
A Firenze tutti i membri della famiglia
dei Medici (da Cosimo a Lorenzo) incentivarono
favolose collezioni di ogni genere.
Si passò così ad una fase
di collezionismo edonistico e nelle corti
principesche italiane collezionare antichità,
oltre che una moda, divenne quasi un obbligo.
Ogni principe amava soffermarsi a lungo
nel suo "camerino" o nel suo
"studio" a studiare o a godere
il bello.
Cosimo, il "padre della patria"
dei fiorentini, collezionò gioielli,
libri preziosi e rari, armi antiche e
opere d’arte.
I suoi successori continuarono con passione
le sue collezioni.
Lorenzo il Magnifico completò la
biblioteca medicea e fondò un’accademia
d’arte che ebbe come allievo Michelangelo.
Tra le numerose raccolte più o
meno "sacre" dei vari pontefici
ricordiamo quelle di Nicola V, Pio Il
Piccolomini, Leone X (figlio di Lorenzo
il Magnifico) e Clemente VII.
Carlo V di Asburgo, Isabella D’Este,
Caterina Sforza, Lucrezia Borgia spendevano
somme enormi per soddisfare le loro passioni
collezionistiche.
L’imperatore Rodolfo I fu il primo,
nel Medioevo, a radunare eccezionali collezioni
scientifiche e naturali.
Nel Settecento si distinse la Pompadur,
nell’Ottocento Federico II di Prussia
che prediligeva le tabacchiere e Caterina
II di Russia, che fece erigere il museo
dell’Hermitage per ospitare degnamente
le sue incomparabili raccolte.
Fu superata nella sua bramosia soltanto
da Napoleone, per il quale il collezionismo
rappresentò unicamente una forma
esibizionistica di potere.
Dal punto di vista del collezionismo ciò
che accadde durante la Rivoluzione Francese
e l’Impero napoleonico non fu tutto
negativo, anzi venne sancito proprio grazie
alla Rivoluzione il principio secondo
il quale l’arte apparteneva al popolo
e non ad una ristretta schiera di privilegiati.
Furono nazionalizzati nel 1793 i beni
della corona e fu aperto al pubblico il
Museo del Louvre, chiamato "Museo
della Repubblica".
Con il passare degli anni le più
prestigiose ed importanti collezioni d’arte
private divennero statali o comunque aperte
al pubblico: nel 1797 fu aperto il Friedrich
Museum di Berlino; nel 1824 George Beaumont
donava la sua collezione allo Stato, dando
così origine alla National Gallery
di Londra; nel 1840 fu aperto al pubblico
l’Hermitage di San Pietroburgo;
nel 1843 il Victoria and Albert Museum.
Ai nostri giorni il collezionismo ha raggiunto
una tale dilatazione da poter essere considerato
a tutti gli effetti un fenomeno di massa.
Come movente del collezionista moderno
si può individuare l’esigenza
di reperire qualcosa di distensivo, rilassante,
atto a compensare l’individuo dallo
stress quotidiano che la vita odierna
comporta.
E non è tanto l’entità
pecuniaria che gli oggetti di una collezione
rappresentano a stimolare l’odierna
disponibilità a collezionare, ma
piuttosto l’interesse a circondarsi
di ciò che piace, l’impegno
per la ricerca degli oggetti, la curiosità
di conoscerne la provenienza, la funzione,
la collocazione storica e geografica,
il piacere di ordinarli, catalogarli,
sistemarli in bacheche, cornici, album
e raccoglitori.
Collezionare è sinonimo di pazienza,
di gusto, di sensibilità, di interesse
culturale, indipendentemente dal pregio
e dal peso pecuniario che il raggiungimento
di taluni oggetti comporta.
Ogni pezzo di una collezione qualsiasi,
per quanto modesto possa essere, ha una
sua anima, una sua connotazione, un suo
fascino, un suo significato semantico,
oltre a quello che il collezionista gli
attribuisce.
Uno dei piaceri del collezionista è
quello di entrare in rapporti con altre
persone, in tutto il mondo, che coltivano
gli stessi interessi ed oggi questo contatto
è reso ancora più facile
con la "navigazione" in Internet.
Si possono così scambiare direttamente
informazioni, pareri, consigli ed anche
"doppioni" (per via postale,
naturalmente).
Tra i collezionisti di uno stesso genere
di oggetti vi è solitamente un
rapporto di amicizia e quasi mai sorgono
rivalità.
Le
origini della telefonia pubblica: il gettone
telefonico
Il
primo telefono nasce nel 1871 grazie al
genio dell’inventore italiano Antonio
Meucci. La storia riconosce, però,
allo statunitense Alexander Graham Bell
l’averlo perfezionato e reso utilizzabile
brevettandolo il 14 febbraio 1876.
Nel 1886, infatti, la Corte Suprema degli
Stati Uniti riconobbe la priorità
scientifica dell’invenzione ad Antonio
Meucci, lasciandone tuttavia a Bell le
possibilità di sfruttamento economico,
in quanto il brevetto del 1871 di Meucci
era scaduto nel 1873 per il mancato pagamento
dei diritti.
Nel febbraio 1877, A. Graham Bell, tenne
una lezione al Lyceum Hall di Salem, nel
Massachusetts, in cui parlò dell’apparecchio
da lui costruito.
Durante quella lezione dimostrò
di poter fare una conversazione telefonica
con il suo assistente che si trovava a
Boston, a 28 km di distanza.
Nel 1877, a Boston, viene fondata da Graham
Bell, insieme ad altri due finanziatori,
la Bell Telephone Company che nel 1885,
trasferitasi a New York, diventa la American
Telephone & Telegraph Company, l’AT&T,
la più grande compagnia telefonica
del mondo.
La prima telefonata in Italia fu effettuata
il 30 dicembre 1877, dalla caserma dei
vigili del fuoco di palazzo Marino, al
centro di Milano.
Per quanto attiene la Città del
Vaticano, le due Carte da L. 3.000, emesse
a maggio 1998, per commemorare la milionesima
carta telefonica vaticana (n. 46 e 47
capitolo Città del Vaticano Catalogo
Golden), recitano: "1886: sotto il
pontificato di Leone XIII, Giovanni Battista
Marzi (1860-1927) realizza, per la Biblioteca
Apostolica Vaticana, il selettore telefonico".
Evidentemente, già nel 1886, la
Città del Vaticano faceva uso della
tecnologia telefonica.
A partire dai primi esperimenti, il sistema
di comunicazione telefonico si sparse
in tutto il mondo assumendo sempre più
una funzione sociale insostituibile.
La prima forma di pagamento per i servizi
telefonici offerti nei luoghi pubblici
di tutto il mondo fu ovviamente con il
denaro.
A partire dagli Stati Uniti, però,
si diffuse rapidamente l’uso di
tagliandi e di gettoni metallici personalizzati
dalle società private che per prime
investirono ingentissimi capitali nello
stendere linee telefoniche per migliaia
di chilometri.
Nei Paesi dove mancava quella cultura
di mercato liberista e concorrenziale
tipica del mondo anglosassone, lo Stato
stesso si fece carico di allestire reti
telefoniche nazionali.
Soprattutto in questi Paesi, fecero la
comparsa speciali marche simili a francobolli,
i così detti francobolli telefonici,
che emessi dalle Amministrazioni postali
pubbliche valevano la conversazione per
un tempo definito. Solo a partire dal
secondo decennio del secolo compariranno
i primi, veri e propri, gettoni telefonici
ufficiali.
In Italia il primo gettone fece la sua
apparizione alla Fiera di Milano dell’ormai
lontano 1927 ad opera della STIPEL. Gli
otto apparecchi sperimentali a prepagamento
per telefonate urbane funzionavano con
un gettone a tre scanalature, del costo
di 60 centesimi. L’esperimento fu
positivo, gli apparecchi si moltiplicarono
e l’anno seguente la TIMO imitò
la STIPEL.
In seguito, anche la TELVE si uniformò
utilizzando gettoni con scanalatura, mentre
la TETI iniziò nel 1930 con apparecchi
funzionanti con le monete da 50 centesimi,
per passare poi, nel 1935 (anno delle
sanzioni), alla coniazione di un gettone
prima di alluminio e poi di zinco, delle
stesse dimensioni delle monete e senza
scanalature. Ad esso seguì un periodo
di funzionamento di apparecchi a moneta.
Si arrivò così al 1945,
quando la TETI coniò un gettone
con tre scanalature, unificandosi così
con le altre zone.
Negli anni successivi, i gettoni coniati
riportavano un particolare che li avrebbe
distinti nel tempo, cioè il gruppo
anno-mese, un numero le cui prime due
cifre rappresentavano l’anno, le
seconde due il mese di coniazione. In
questo periodo, fino al 1959, coniò
una sola ditta, la ESM, seguita poi da
altre tre (IPM, CMM, UT), a causa del
notevole numero di apparecchi a gettoni
installati e nelle cabine stradali. I
gettoni di questo periodo furono coniati
fino al mese di novembre 1980, ultimo
conio conosciuto.
Dalla tabella riportata si può
notare come, attraverso gli anni, sia
aumentato il costo del gettone, in confronto
con l’aumento del francobollo per
la spedizione di una lettera e del prezzo
di un quotidiano.
ANNO |
GETTONE |
LETTERA |
QUOTIDIANO |
|
1938
|
0,6 |
0,5 |
0,3 |
|
1945
|
2,5 |
2
|
3 |
1948
|
15 |
15 |
15 |
1955
|
25 |
25 |
25 |
1964
|
45 |
30 |
50 |
1974
|
50 |
50 |
100 |
1980
|
100 |
170 |
400 |
1982
|
100 |
350 |
500 |
1984
|
200 |
450 |
600 |
1994
|
200 |
750 |
1.300 |
1997
|
200 |
800 |
1.500 |
L'intuizione
della carta telefonica prepagata
La
SIDA (Società Italiana Distributori
Automatici), con sede a Montichiari (Brescia),
nata nel 1973, si occupava della realizzazione
di distributori automatici di bevande
calde e fredde. All’inizio degli
anni settanta, infatti, la SIDA, prima
al mondo, aveva presentato il distributore
automatico di caffè dotato di modulo
di pagamento a scheda magnetica. La genialità
progettuale aveva una sua precisa motivazione
e muoveva, inoltre, dalla sicurezza di
avere, a monte, un sicuro selezionatore
di monete, che era un altro progetto di
cui la SIDA vantava la primogenitura.
In un opuscolo dell’epoca si legge:
"Le monete da lire 50 o 100 sono
ormai rarissime. Le monete da lire 10
addirittura introvabili. Il sistema a
scheda magnetica si usa come un conto
corrente bancario: si versa quando si
vuole, e le nostre macchine erogano i
prodotti richiesti scalando dalla scheda
il relativo controvalore. I versamenti
e gli accrediti relativi sulle Carte vengono
solitamente effettuati da personale o
macchine apposite: è però
possibile ricaricare parzialmente le Carte
a mezzo monete metalliche, direttamente
sulla macchina"
Il successo su scala nazionale del sistema
la SIDA lo ottiene tuttavia nel campo
della telefonia pubblica, dove, per un
decennio, dal 1976 al 1986, si è
potuto telefonare comodamente all’estero
o in extraurbana unicamente dai telefoni
a scheda progettati e prodotti dalla SIDA.
Un primato internazionale indiscusso.
Lo stesso servizio fu esteso alla Camera
dei Deputati ed al Senato della Repubblica
con il "terminale telefonico pubblico
a scheda magnetica SMT/08". (Vedere
capitolo su Catalogo Golden Italia "Carte
per Servizi Speciali"). Tali apparecchi,
interamente progettati e prodotti dalla
SIDA, sono stati forniti alla SIP italiana
(ora TELECOM) fino al 1985. Contemporaneamente
sono stati forniti alla SIP distributori
automatici di gettoni telefonici e Carte,
per i quali, sempre la SIDA, ha continuato
ad essere fornitore ufficiale fino al
1994.
SMT/08 era un
apparecchio telefonico completo, adatto
a tutti i tipi di reti telefoniche pubbliche
o private operanti con centrali di commutazioni
automatiche. Le sue caratteristiche erano
quelle di consentire chiamate telefoniche
soltanto attraverso un credito monetario
(codificato in forma magnetica) su una
speciale carta di credito preventivamente
acquistata dall’utente. Il metodo
di codificazione proteggeva contro tentativi
di contraffazione della scheda magnetica.
Il credito della scheda magnetica poteva
essere espresso sia sotto forma di "unità
di tassazione", sia in forma di "valore
monetario".Il secondo tipo di apparecchio
telefonico SMT/08/2 (39 bit) funzionava
con Carte "a credito" e "nominative".
I vantaggi di questi tipi di apparecchi
erano evidenti: evitavano i rischi di
effrazione perché nessun valore
era contenuto nell’apparecchio;
consentivano ogni tipo di selezione diretta
(locale, lunga distanza ed internazionale);
potevano essere velocemente adattati a
tutti i tipi di tariffe, senza modificare
i sistemi di tassazione; potevano differenziare
gli addebiti in accordo con le tariffe
delle fasce orarie; consentivano chiamate
gratuite a numeri speciali; non richiedevano
monete ed evitavano costi e rischi della
raccolta del denaro e ciò era particolarmente
importante dove la scarsità di
monete costituiva un vero problema.
Il primo prototipo
di telefono a scheda fu consegnato dalla
SIDA alla SIP nel novembre del 1975 e
nell’aprile e maggio dell’anno
successivo furono installati, insieme
ai relativi distributori di Carte, 24
telefoni in Via C. Colombo, nel Palazzo
Alessandrini, sede della "Società
Italiana per l’Esercizio Telefonico"
(SIP). Le prime prove furono effettuate
nel posto telefonico pubblico situato
all’interno del Galoppatoio di Villa
Borghese a Roma ed evidenziarono la poca
rigidità delle Carte (realizzate
dalla ditta Pikappa di Masate, in provincia
di Milano) che tendevano talvolta a bloccare
il distributore. Successive modifiche
tecniche portarono anche all’introduzione
dell’angolo asportabile, necessario
per facilitare l’introduzione della
scheda nel verso giusto, divenuto da allora
una caratteristica delle Carte telefoniche
italiane.
La fabbricazione
delle Carte per gli apparecchi telefonici
prodotti dalla SIDA, dopo un periodo di
sperimentazione svoltosi nel 1976, fu
affidata alla ditta Pikappa di Masate
che, oltre alla stampa vera e propria
delle Carte, provvedeva anche ad applicare
la banda magnetica, codificata poi nello
stabilimento di Torino. La data di emissione
era rappresentata, come per i gettoni
telefonici, da un numero di quattro cifre:
le prime due rappresentavano l’anno,
le successive il mese. Ad esempio, 8005
significa maggio 1980. Le Carte SIDA,
tutte prodotte dalla Pikappa dal 1977
al 1988, hanno subito importanti cambiamenti
alle loro caratteristiche specifiche a
causa dell’evoluzione tecnologica
e delle vicende societarie della SIP.
Le Carte SIDA sono, quindi, divisibili
in tre grandi gruppi.
Attualmente la SIDA prosegue il suo lavoro
di anticipazione tecnologica ed ha presentato,
ancora prima e per ora unica al mondo,
la "microscheda" (Mod. LBM)
e quindi la "microscheda ad obliterazione
irreversibile" (Mod. BIP). I settori
per i quali sta curando in particolare
il lancio tecnico/commerciale sono: sistemi
di controllo, gestione ed esazione aree
sosta; parcometri; erogazione di tratte
di viaggio, ticket; distribuzione automatica
in genere.
I collezionisti di francobolli ricorderanno
anche i distributori di francobolli in
rotolo (prodotti per il Ministero delle
Poste) e i distributori di francobolli
in libretto (per l’Ente Filatelico
della Repubblica di San Marino), tutti
fabbricati appunto dalla SIDA.
Introduzione
al collezionismo di Carte italiane
Dopo
le varie esperienze effettuate dalla SIP
e dalla SIDA sia sulle Carte che sulle
apparecchiature destinate a riceverle
e decodificare, si introduceva il concetto
di validità che veniva espresso
con una data di scadenza apposta sulla
carta stessa. L’ultima serie che
potremmo dire destinata a raggiungere
la quasi perfezione fu la "Turistica"
con tutte le sue complesse vicissitudini
sia di edizione attraverso le due aziende
produttrici che con gli enti, comuni e
regioni interessate. A nostro giudizio,
con l’emissione della serie ordinaria
"Fasce orarie" ha inizio su
tutto il territorio nazionale il vero
e proprio servizio telefonico per mezzo
di Carte prepagate.
Tutte le esperienze precedenti, il gruppo
SIDA, la serie Bianca, la serie Rossa,
la serie Turistica, le abbiamo considerate
"precursorie" al servizio telefonico
a Carte magnetiche. Ai collezionisti,
specialmente ai nuovi, consigliamo di
interessarsi ad una collezione organica
cominciando dalla serie ordinaria "Fasce
orarie", con la quale ha inizio la
nostra catalogazione effettiva. Una volta
completata la collezione o acquisita una
certa conoscenza della materia ci si potrà
dedicare ad una maggiore specializzazione.
La collezione delle Carte telefoniche
costituisce la prosecuzione logica e l’integrazione
della filatelia; il "Francobollo",
che rappresentava il messaggio epistolare,
"la lettera", si è gradualmente
trasformato ed aggiornato nella "telecarta"
per perpetuare il messaggio, la comunicazione
sociale in chiave moderna, "la telefonata".
Il
collezionismo di Carte telefoniche
Il
collezionismo delle Carte telefoniche
prepagate, non solo in Italia ma praticamente
ormai in tutto il mondo, sta assumendo
proporzioni ben più vaste di quanto
non si potesse supporre soltanto pochi
anni fa. Le strutture di vendita diretta
ed indiretta, sempre più diffuse,
le mostre e le manifestazioni organizzate
da e per i collezionisti di Carte telefoniche
stanno minacciando il primato detenuto
dalla filatelia che, soprattutto tra i
giovanissimi, è stata quasi sostituita
da questa più moderna forma di
"collezionismo della comunicazione
fonica". La domanda di Carte telefoniche
è ormai internazionale ed ha superato
ogni confine e limite geografico, il mercato
è divenuto globale.
In Italia, alla fine del 1996, il numero
dei collezionisti era stimato in oltre
centomila. Fino ad oggi oltre centotrentamila
sono stati coloro che hanno scritto o
chiamato il numero verde 167-341341 della
Telecom per essere inseriti nella mailing-list
e poter ottenere il listino quadrimestrale
delle ultime emissioni distribuito gratuitamente
ed inviato per posta. Circa il 50 per
cento di coloro che ricevono il catalogo
delle Carte telefoniche è costituito
da collezionisti di francobolli (filatelisti)
per i quali le Carte telefoniche rappresentano
una logica appendice e prosecuzione della
collezione filatelica, mentre il restante
50 per cento è costituito da persone
che si sono appassionate al collezionismo
proprio grazie alle Carte telefoniche.
Questi neofiti, perciò potrebbero
essere altri potenziali filatelisti, che
probabilmente si affacceranno al mondo
della filatelia per il gusto, la curiosità,
la passione di conoscere i francobolli,
che potremmo chiamare i precursori della
"comunicazione fonica".
Si tratta di un forte mercato in continua
crescita e che non ha mai subito flessioni
(al contrario di quello dei famosi miniassegni,
collezionismo già in partenza destinato
a scemare con la successiva coniazione
abbondante di monete metalliche), e che
promette sviluppi sempre maggiori ed è
ormai ben organizzato con pubblicazioni,
riviste, cataloghi, manifestazioni, mercatini,
rassegne di vendita di cui parleremo negli
appositi capitoli. Associazioni filateliche
che si interessano anche delle Carte telefoniche
ed associazioni esclusivamente dedicate
alle Carte telefoniche rappresentano dei
punti di riferimento ben definiti nel
grande ed affascinate mondo del collezionismo.
Il fenomeno, sviluppatosi già da
qualche anno in modo imprevisto soprattutto
in Italia (che ha, tra l’altro,
il merito della paternità, attraverso
la SIP, di questa moderna forma di comunicazione),
è ora, come già detto, diffuso
in tutto il mondo ed in alcune nazioni
come Austria, Francia, Germania, Gran
Bretagna, Australia e Giappone sta minacciando
il primato della filatelia che sembra
passata quasi in secondo ordine.
In Germania i collezionisti sono stimati
in oltre 200mila e a 35mila persone viene
inviato dalla Deutsche Telekom, il bollettino
informativo chiamato "servizio novità"
che contiene, in analogia con quanto fatto
dalla nostra Telecom, notizie ed illustrazioni
di tutte le nuove emissioni di Carte telefoniche.
Anche San Marino e la Città del
Vaticano hanno emesso alcune gradevolissime
serie di Carte telefoniche. Ma di questo
tratteremo in apposti capitoli. In ultimo,
non va taciuto anche l’aspetto speculativo
o di accantonamento di capitale costituito
da una collezione ben organizzata, che
vedrà sempre più accrescere
il suo valore di mercato.
La
classificazione delle Carte telefoniche
Ai
fini collezionistici, diversi elementi
contraddistinguono le Carte telefoniche:
l’immagine riprodotta sulle due
facciate, il valore facciale o d’acquisto,
la data di scadenza, la tiratura e la
ditta produttrice, la presenza di codici
numerici o a barre.
Se uno soltanto di questi elementi varia,
si ha una scheda di "nuovo tipo"
e quindi destinata ad essere collezionata
come diversa.
Talvolta l’immagine, che può
sembrare identica, può variare
per il taglio, la dimensione, l’inquadratura
(per esempio, il caso della scheda riproducente
la "Fontana maggiore di Perugia",
Catalogo Golden, capitolo Serie Turistica)
e perciò, anche in presenza degli
altri elementi identici, si hanno delle
"varietà", dei "nuovi
tipi".
Le Carte telefoniche emesse in Italia
dalla SIP, prima, e Telecom Italia, dopo,
possono essere di diverse categorie:
-
Carte ordinarie:
sono le più comuni perché
emesse in tirature elevatissime;
-
Carte tematiche:
riguardano molteplici argomenti (cultura,
arte, turismo, sport, ecc.) e sono emesse
di norma con cadenza mensile.
Ogni tema viene rappresentato con una
serie di esemplari variabile da quattro
a dodici.
La tiratura prima limitata a 30 o 40mila
esemplari ha raggiunto i 65.000 ed oltre
esemplari per immagine.
Sono quelle di maggior interesse per
i collezionisti che possono scegliere
anche soltanto le loro tematiche preferite;
-
Carte pubblicitarie:
sono commissionate da Società,
Aziende, Enti, ecc. per scopi promozionali
ed hanno tirature, anche molto limitate,
variabili in base ai contratti firmati
con i committenti;
-
Carte speciali:
vengono emesse per celebrare e ricordare
eventi e manifestazioni di particolare
importanza.
E qui è il caso di ricordare,
a titolo di esempio, la scheda emessa
in occasione del vertice dei G7 o quella
relativa al VII Centenario Lauretano;
-
Carte figurate ordinarie:
servono a propagandare un servizio,
una nuova apparecchiatura, un numero
utile.
Carta,
scheda telefonica o telecarta?
Nell’uso
comune, per identificare l’oggetto
del nostro collezionare si usa indifferentemente
il termine "carta telefonica"
oppure "scheda telefonica",
noi riteniamo più appropiato il
termine "scheda telefonica"
e l’abbiamo già segnalato
ed ampiamente adoperato nella nostra 1º
Edizione del "Catalogo delle Carte
Telefoniche Italiane 1996".
Mentre rimane corrente la dizione "carta"
per alcune espressioni del dialogo, specie
se vogliamo ben intenderci con gli stranieri
che adoperano l’omologo "card"
o "telephon card" oppure la
versione tedesca "telefonkarte".
Noi stessi usiamo frequentemente nelle
nostre pubblicazioni la versione "Carte"
e ciò è tanto vero che il
nostro Catalogo reca il titolo "Carte
Telefoniche Italiane", tuttavia la
versione "scheda" è più
corretta.
La Telecom, che ha fatto proprio questo
nostro punto di vista, ha definitivamente
adottato, dopo tanti anni e dopo l’uscita
del nostro catalogo del 1996, la dizione
"scheda". Dalla serie "Uova
decorate – Pasqua ‘96"
su tutte le nuove emissioni è appunto
cambiata la dizione da "Carta Telefonica"
a "Scheda Telefonica".
La voce "tessera", da qualcuno
adoperata, è comunque, senz’altro,
da respingere anche perché ormai
indicativa delle Viacard, mentre la voce
"Telecarta" è abitualmente
usata nel linguaggio comune e risulta
gradevole.
Nei rapporti internazionali, siano essi
fonici che epistolari, useremo il termine
internazionale "Telephon Card"
o più semplicemente "Card".
I sistemi
di lettura e magnetizzazione delle Carte
Gli
strumenti per il controllo della magnetizzazione
Come già descritto in altro capitolo,
appartiene alla SIDA di Brescia (Società
Italiana Distributori Automatici) l’ambito
primato mondiale dell’invenzione
della scheda magnetica telefonica per
apparecchio pubblico. Dopo i primi esperimenti
iniziati nel 1975, l’anno successivo
furono installati i primi apparecchi SIDA
e furono utilizzate le prime Carte con
il sistema di lettura a banda magnetica.
Già nel 1977 la produzione in serie
delle Carte SIDA era iniziata. La tecnologia
ideata dalla SIDA (che, per la realizzazione
si era avvalsa della Società Pikappa
di Masate, Milano) prevedeva che le Carte
fossero prodotte già con un angolo
smussato, in modo da favorire l’introduzione
corretta della scheda stessa. Ma, presentandosi
successivamente la necessità di
verificare a vista se una scheda fosse
nuova od usata, fu inserito un angolo
da strappare.
Nel 1979 la SIP, preoccupata del fatto
che il sistema SIDA poteva dar luogo a
molte frodi, aveva iniziato a studiare
nuove tecnologie. Ad un nuovo sistema
di Carte magnetiche erano richiesti dei
requisiti precisi ed importanti quali
l’affidabilità e la sicurezza
assoluta, l’insensibilità
ai campi elettrici e magnetici la massima
difficoltà di falsificazione e
l’economicità di produzione.
Furono quindi esaminati diversi sistemi
presentati da cinque ditte. La scheda
magnetica prodotta in robusta plastica
dalla ditta S.G.S. ATES conteneva all’interno
un chip con memoria EPROM ed era programmato
soltanto per la lettura. Questa scheda,
usata al Galoppatoio di Villa Borghese
a Roma ed in altri otto punti principale
della SIP, non venne approvata, ma il
brevetto venne ceduto ad una ditta francese
consociata.
La ditta Landis & Gir, tra il 1979
ed il 1982, propose alla SIP apparecchiatura
con propria tecnologia e Carte magnetiche,
prodotte dalla consociata Sodeco, che
utilizzava il sistema a scheda olografica,
cioè la tecnologia optoelettronica.
Essa è molto utilizzata ancora
oggi ed utilizza un sistema misto. Un
raggio luminoso infrarosso generato da
una sorgente luminosa (LED) ed attivo
nella parte nera della scheda "legge"
le informazioni che sono poste sulla parte
illustrata. La scheda viene obliterata
utilizzando invece un sistema termico.
Sui prototipi di Carte forniti alla SIP
(la tiratura, naturalmente, fu molto limitata)
compariva la scritta "phonocard".
Altri prototipi di Carte (provate anche
in altre Nazioni, come ad esempio il Portogallo)
riportavano anche la scritta "Service",
erano di colore verde ed erano prodotte
nel tipo da 240 unità.
Il sistema proposto alla SIP nel 1980
dalla Emidata-Watermark Magnetics, una
ditta angloamericana, utilizzava Carte
magnetiche dotate di una filigrana magnetica
permanente sulla quale veniva sovrapposta
un’altra traccia di tipo tradizionale
a barrette magnetiche parallele. Non risulta
ancora esaminato il sistema a scheda magnetica
della ditta francese C.G.A. (Compagnie
Général d’Automatisation).
Le Carte di questa ditta, curiosamente,
riportavano l’invito "dècoupez
avant l’usage" e potrebbero
essere proprio queste le progenitrici
delle Carte, con l’angolo da tagliare,
oggi ancora in uso. Ed infine, il sistema
magnetico adottato dalla IPM (Industria
Politecnica Meridionale) di Arzano (Napoli)
si basava sulla seguente tecnologia: delle
areole magnetiche (chiamate "dot")
applicate sulla scheda avevano la funzione
di codifica per il funzionamento del sistema,
altre venivano bruciate per mezzo di un
arco voltaico che però spesso bruciava
un numero di "dot" ben superiore
al dovuto e rendeva quindi la scheda inutilizzabile.
Nel 1986 il progetto fu ripreso utilizzando
delle Carte prodotte da Technicard System
con una banda magnetica che riportava
le informazioni per il funzionamento del
sistema. Ma in queste Carte i "dot"
applicati avevano soltanto la funzione
telefonica, come se fossero stati dei
gettoni. La prima scheda prodotta, del
tipo verticale e contenente 130 "dot",
era in plastica sottile e con l’angolo
smussato. Un’altra versione, il
cui progetto fu temporaneamente sospeso,
si chiamava "thincard" e riportava
una banda grigia di controllo per prove
tecniche. Il progetto fu ripreso nel 1986
con la "twincard", che riportava
una banda magnetica di 12 mm. ed era in
cartoncino plastificato.
Anche questa tecnologia non fu accettata
perché la URMET di Torino, tra
il 1985 ed il 1988, aveva ideato dei tipi
di lettori di Carte magnetiche più
pratici e più sicuri che, soprattutto,
utilizzavano Carte a basso costo. Con
il 30 giugno 1988 cessarono l’esercizio
gli apparecchi telefonici pubblici per
la lettura delle Carte verticali con tecnologia
SIDA. I prototipi e le prove di Carte
con tecnologia URMET risalgono agli anni
1984, 1985 e 1986. Delle Carte della serie
bianca e della serie rossa trattiamo in
appositi capitoli.
Come è noto, le Carte telefoniche
italiane attualmente in uso, presentano
una banda magnetica a sinistra dell’indicazione
del valore facciale. Tale banda magnetica
misura 48 mm di lunghezza e 7,5 mm di
altezza, dimensioni inferiori a quelle
delle Carte in uso qualche anno fa. Osservando
la banda magnetica dell’ultima generazione,
si notano le seguenti tracce magnetiche:
due barrette, dette "barre di comando",
poste alle estremità della banda,
servono per interpretare il contenuto
dei codici magnetici della banda stessa;
tra queste due barrette possiamo individuare
tre diverse zone. Le prime due zone, formate
da piccole barrette contengono i dati
relativi alla validità della carta
ed altre informazioni riservate. La terza
zona, compresa tra due tacche chiamate
"cancelletti", individua il
traffico telefonico disponibile; infatti,
l’ampiezza di questa zona è
proporzionale al valore facciale della
scheda e sarà minima per il taglio
da 2000 e massima per quello da 15.000.
Immaginando nello spazio tra i "cancelletti"
un numero di 50 piccole tracce magnetiche
(corrispondenti, ad esempio ai 50 scatti
di una scheda da 10.000 lire, che diventano
25 in una scheda da 5.000 lire, e così
via), quando la carta viene utilizzata,
essa "consuma" ed annulla queste
ipotetiche barrette, ad iniziare da quella
di destra. Effettuati tutti gli scatti,
lo spazio tra i "cancelletti"
si sarà talmente ridotto fino ad
avere la cosiddetta "chiusura del
cancelletto". In tal modo sarà
possibile identificare una scheda nuova
da una già utilizzata.
Tra i vari sistemi in uso per controllare
se una scheda è magnetizzata, ne
citiamo due.
Il primo, chiamato "Magnetic card
test", permette di controllare agevolmente,
prima dell’acquisto, la magnetizzazione.
Basta infilare la scheda tra i due feltrini
contenuti in questo piccolo ed utile accessorio,
farla scorrere fino in fondo ed agitare
per fare in modo che la polvere di ferro
rivelatrice faccia apparire la banda magnetica.
Se ciò non avviene, significa che
la scheda non è mai stata magnetizzata
e quindi si tratta di una falsificazione.
Un altro metodo, denominato "Arnold",
è costituito da una piccola scatola
contenente una spugna bagnata ed una lente
particolare. E’ un sistema molto
più costoso del precedente, ma
appare più preciso ed affidabile.
Qualunque sia il metodo utilizzato, si
tratta comunque di una prima ma importate
accortezza che il collezionista avveduto
deve seguire per ricercare l’esistenza
della banda magnetica ed evitare possibili
tranelli.
Collezionare
il nuovo o l'usato?
Una
celebre massima confuciana dice che: "Seduti
si sta bene, ma sdraiati si sta meglio"
è quindi logico che poter collezionare
tutte le Carte nella versione sia "Nuovo"
che "Usato" sarebbe l’ideale
per un’appassionato, ma ciò
comporta un onere di spesa eccessivo,
specie per i giovani non fruitori di un
proprio reddito.
Noi della Golden Italia, lo abbiamo già
detto sul nostro Catalogo, preferiamo
e consigliamo le Carte usate per i seguenti
motivi:
-
costano molto di meno e con una modesta
cifra o con accorgimenti che ora suggeriremo
sarà possibile procurarsele;
-
hanno assolto al compito per cui sono
state prodotte e quindi una funzione
esaurita socialmente ed intrinsecamente
che consente loro il pieno diritto di
figurare in collezione forse più
di una scheda "nuova";
-
resta di ciascuna scheda usata il fascino
delle notizie che potrebbero essere
passate attraverso di essa: amori, affari,
entusiasmi, delusioni, notizie, tutte
della meravigliosa comunicazione umana;
-
la ricerca di ciascuna delle Carte mancanti
nei mercatini o tra gli amici e conoscenti,
appaga il collezionista e lo occupa
nella ricerca con un impegno socialmente
valido, istruttivo ed entusiasmante.
È
troppo semplice e poco gratificante ricevere
le Carte "nuove" per posta dalla
Telecom ed inserirle nella propria collezione.
Ed ecco alcuni accorgimenti che potrebbero
risultare utili per arricchire la propria
collezione economizzando al massimo. Essere
attenti ed aggiornati per tutte le nuove
emissioni di Carte "Pubbliche",
potersi procurare la propria "usata"
o raccogliendo la stessa dagli apparecchi
pubblici o scambiandola con gli amici
od acquistandola ancora come ultime novità
nei mercatini ad un prezzo conveniente.
I problemi sorgono con le "Private",
con Carte a tiratura limitata o di costo
elevato come per esempio quelle da L.
15.000; in questi casi sarà utile
poterle ricevere per posta dalla Telecom
pagandole a prezzo "facciale"
(cioè quanto indicato come valore
di utilizzo). Nulla vieta di utilizzare
queste Carte acquistandole "nuove"
e farle poi consumare ad amici e parenti
con la preghiera di renderle non appena
esaurite, anche se con un minimo rimborso
per il disturbo, questo risulterà
vantaggioso per l’utente e consentirà
al collezionista il possesso di una scheda
pregiata pagandola molto poco.
Si potrà obiettare che le Carte
emesse da molti anni hanno raggiunto prezzi
proibitivi e quindi sarà impossibile
procurarsele, a costoro possiamo rispondere
che nulla vieta di iniziare una collezione
da una certa data in poi per esempio da
tutte le Carte con scadenza 31.12.97,
oppure dal volume 4º o 5º della
Golden. Questo accorgimento permetterà
di vendere al meglio qualche scheda precedente
di cui se ne ha un possesso fortuito per
avere i "fondi" necessari ad
intraprendere la collezione da un certo
punto in avanti.
Avvertenza: vorremmo avvertire i più
giovani ed i più "intraprendenti"
di quanto è pericoloso manomettere
le cassette per le Carte usate collocate
vicino agli apparecchi telefonici pubblici.
Un gesto che può produrre serie
conseguenza e di cui non sempre se ne
comprende la gravità. Questo tipo
di reato viene punito pesantemente dal
Codice Penale che non ammette, ne ingenuità
ne differenze tra cose costose o cose
futili, ed in questo caso prevede il "furto"
con "scasso" e nulla può
attenuarne le circostanze. Molti bravi
giovani e meno giovani hanno passato grossi
guai per questa ingenua azione.
Come
avviare una collezione
I
problemi che incontrano i collezionisti
sono, innanzi tutto, quelli di identificare
i pezzi, poi reperire ed acquistare il
materiale. L’identificazione del
materiale e la compilazione della relativa
lista (checklist) richiedono un’attenta
analisi del mercato. I cataloghi principali
sono: il Catalogo delle Carte telefoniche
italiane della Golden Italia Editrice
ed il Catalogo specializzato delle Carte
telefoniche italiane edito dalla C&C.
I rispettivi indirizzi sono: Golden Italia
Editrice S.r.l., Via Viggiù 13,
00125 Roma Acilia; Edizioni C&C, Via
Asuncion, 9/C, 10134 Torino.
Il primo, che nella prima edizione 1996
contava 128 pagine, è giunto, nell’edizione
1998, a 300 pagine, avendo catalogato
con precisione tutte le emissioni "Omaggio"
più le "Omaggio Private"
e "Private rese Pubbliche",
gli "Usi Speciali", le Carte
telefoniche internazionali "Telecom
Italia" ed "ATW Italia, le Carte
’"Alto Adige", "San
Marino e "Città del Vaticano".
Ai collezionisti (soprattutto giovani),
l’editore consiglia di prediligere
una raccolta organica, cominciando dalla
serie ordinaria "Fasce orarie",
con cui si apre la catalogazione. Personalmente
(e molti condividono la sua opinione)
egli dichiara la sua predilezione spiccata
per "le Carte usate che, se non altro,
hanno il vantaggio di avere assolto il
compito per cui sono nate e nelle quali
resta tutto il fascino dei messaggi che
sono passati attraverso di esse: affari,
amori, ansie, delusioni".
Il catalogo della Golden Italia, che ha
il notevole merito di essere graficamente
attraente e completo, mostra con chiarezza
e semplicità tutte le Carte telefoniche
dell’area italiana, fornendo tutte
le informazioni conosciute. Le quotazioni
sono aderenti al mercato che è
in continua crescita e forte espansione.
Costante preoccupazione dell’editore
è stata quella di rendere il più
facilmente accessibile la materia. Particolarmente
interessante appare lo schema per la classificazione
delle Carte telefoniche italiane elaborato
con precisi intenti didascalici.
Un formato leggermente più piccolo
ed un numero di pagine superiore (384)
per il catalogo specializzato di Cacace
e Cecconi che riporta anche, in appendice,
un breve capitolo con illustrazioni di
alcune teleCarte straniere prodotte dalla
italiana URMET. Utile per i collezionisti
di gettoni telefonici (logicamente ritenuti
i precursori delle Carte) il quadro riassuntivo
delle emissioni.
Oltre ai cataloghi citati, esistono alcune
pubblicazioni che possono essere consultate.
· "Tuttocard mania" è
un "mensile di informazioni e curiosità
sulle Carte telefoniche e altre collezioni"
(come è scritto sulla copertina)
edito da Epierre S.r.l. di Milano ed in
vendita nelle principali edicole ad un
prezzo di 6.500 lire. Contiene rubriche
con le quotazioni ed annunci di scambi;
· "Telecart Italia" è
un notiziario bimestrale (5 numeri annuali)
che viene inviato ai soci del TelecartItalia
Club (Edizioni C & C - Torino);
· Telecom Italia invia gratuitamente
ai collezionisti i cataloghi delle nuove
emissioni: basta telefonare al numero
verde 167-341341 per essere inseriti nella
"mailing list". Secondo quanto
scritto nella premessa del catalogo Telecom,
per le Carte "è stata, da
un lato ampliata la tiratura in modo coerente
al progressivo aumento della domanda e,
dall’altro, procrastinato a fine
periodo di accettazione degli ordini la
distribuzione delle stesse su altri canali
di vendita".
Continuando nel discorso iniziato con
i cataloghi e proseguito con le riviste,
consigliamo vivamente i collezionisti
di seguire con attenzione e grande interesse
la dettagliata e ben documentata rubrica
sulle Carte telefoniche che Maurizio Fumagalli
conduce con competenza mensilmente su
"Cronaca Filatelica", senza
dubbio una delle più complete,
documentate e graficamente attraenti riviste
filateliche al mondo, che si occupa di
francobolli, di storia postale, di annulli,
di interi postali, di cartoline maximum,
di cartoline d’epoca e di teleCarte.
"Cronaca Filatelica" è
in vendita nelle edicole ed in abbonamento
(EDER S.r.l., Via Orazio, 22 - 80122 Napoli,
tel. 081/7611315, fax 081/7611316). La
rubrica è consigliabile ai collezionisti
perché contiene anche informazioni
utili sulle emissioni di Carte telefoniche
estere e molti approfondimenti e notizie
difficilmente reperibili altrove.
Analoga rubrica che informa sulle novità
è presente anche nella rivista
mensile "La Tribuna dei Collezionista"
dell’editore Tommaso Valente (Via
San Nilo, 4 - 04024 Gaeta).
Sia le novità che i cataloghi e
le riviste e pubblicazioni varie relative
ai Paesi esteri (assolutamente necessari
nei caso in cui il collezionista voglia
iniziare una collezione tematica di Carte
telefoniche, assai più interessante
e stimolante rispetto ad una collezione
"tradizionale" per Nazione)
potranno essere ordinati direttamente
rivolgendosi agli Enti di cui forniamo
gli indirizzi nell’apposito capitolo
"indirizzi utili".
Le Associazioni di collezionisti di Carte
telefoniche, sorte numerose in tutta Italia
sono un’altra fonte utilissima di
informazioni e scambi di opinioni e di
materiale tra i soci (è sempre
valido il concetto dell’attualità
degli scambi). Consigliamo i giovani collezionisti
di prendere contatto con le Associazioni
più vicine ai luoghi di residenza.
Alcuni indirizzi sono inseriti nello stesso
capitolo "Indirizzi utili".
Tutte le Associazioni di collezionisti
di Carte che desiderino essere menzionate
su una prossima edizione di questo manuale,
possono comunicare indirizzo, attività
sociale ed informazioni ritenute alla
Golden Italia Editrice (Via Viggiù,
13 - 00125 Roma Acilia).
Oltre che il rifornimento "alla fonte",
sarà utile, per la ricerca dei
materiale, ricorrere a commercianti filatelici
(ora in massima parte competenti anche
per quanto riguarda le Carte telefoniche),
rivolgersi, anche all’estero, utilizzando
le inserzioni che compaiono sulle riviste
specializzate (filateliche e telecartiste),
partecipare a convegni, esposizioni, fiere
e saloni (meglio se a partecipazione internazionale),
dove commercianti specializzati potranno
fornire, anche se non immediatamente,
tutto ciò che cerchiamo con le
"checklist", infine pensare
anche alle aste per corrispondenza, in
cui è possibile reperire materiale
interessante anche a prezzi abbordabili.
L’appassionante ricerca di materiale
nei numerosi mercatini che si svolgono
periodicamente in tutta Italia (ed all’estero)
consente di reperire, tra antichità,
anticaglie, modernariato ed oggetti per
collezioni di ogni genere, anche le Carte
telefoniche che da tempo hanno trovato
diritto di cittadinanza e spazi sempre
più ampi, costituendo spesso gli
"oggetti dei desiderio". Che
cosa c’è di più divertente,
per esempio, per un genitore, del trascorrere
una domenica con i figli e, approfittando
di una gita "fuori porta" all’aria
aperta, passare anche qualche momento
alla ricerca di materiale in uno di questi
mercatini, che sono anche luoghi di incontro
e socializzazione? In un apposito capitolo
è riportato un elenco completo
ed aggiornato di tutti i principali (noti
e meno noti) mercatini d’Italia.
Buona ricerca, buona fortuna e buon divertimento!
Per concludere con una nota positiva nei
confronti dei vecchi filatelisti (alcuni
dei quali storcono il naso davanti a questa
nuova e prorompente forma di collezionismo),
si può affermare con cognizione
di causa che il collezionismo delle Carte
telefoniche, secondo il nostro parere,
non ha sottratto energie alla filatelia,
ma, al contrario, ha contribuito in maniera
determinante a far conoscere ai giovani
i negozi di francobolli (in cui molti
non erano mai entrati prima) ed il collezionismo
degli stessi francobolli a quanti forse
un francobollo non lo avevano mai toccato,
neppure per affrancare. Questo approccio,
ne siamo convinti, potrà portare
nel tempo anche ad un interesse maggiore
per la filatelia, di cui le Carte, come
abbiamo più volte affermato, rappresentano
una logica prosecuzione ed una moderna
evoluzione. Nulla di più facile
e naturale che i non filatelisti, prima
o poi, sentano la curiosità ed
il bisogno di conoscere... gli antenati!
La
sistemazione di una collezione
Una
volta procurate le Carte, bisogna affrontare
il problema della loro collocazione, conservazione
e valorizzazione dal punto di vista estetico.
Scartate decisamente le scatole ed i pacchetti
di teleCarte legati con elastici (che
possono anche dannegiarle), una sistemazione
idonea e razionale è quella negli
album a taschine appositamente studiati
e prodotti da alcuni editori.
Tra questi album è da segnalare
quello, brevettato, prodotto dalla Golden
Italia. Nel suo genere, è unico,
perché consente la visione di entrambi
i lati delle teleCarte e riporta la loro
descrizione. Inoltre, in ogni casella,
è inserito un facsimile della scheda
corrispondente, che andrà via via
sostituito non appena si verrà
in possesso della scheda in originale.
L’album, quindi, non "soffre"
esteticamente, perché non esistono
caselle vuote, ma soltanto caselle in
attesa di ricevere la sospirata scheda
in originale.
Ma, soprattutto, è da prendere
in seria considerazione l’argomento
che riguarda la qualità e la compatibilità
della plastica utilizzata che, nell’album
in questione, elimina il possibile e drammatico
"incollaggio", nel tempo, delle
stesse Carte al supporto in cui sono inserite.
Quest’ultimo è, ripetiamo,
un aspetto molto importante da prendere
in esame, per evitare il danneggiamento
irreparabile delle teleCarte che, com’è
noto, sono realizzate in plastica PVC,
polietilene o cartoncino più o
meno robusto e plastificato.
È importante anche precisare che
ogni album classificatore fornito dalla
Golden Italia è munito di un certificato
che garantisce i materiali usati.
Attualmente, gli album raccoglitori della
Golden Italia sono disponibili per tutte
le Carte italiane, ivi comprese quelle
emesse per l’Alto Adige (bilingui),
per San Marino, ed il Vaticano e per alcune
Nazioni estere, tra cui Germania, Gran
Bretagna, Francia e Giappone.
È prevista la produzione di altri
album destinati alla raccolta ordinata
e sicura di Carte provenienti da molte
Nazioni estere nonché per raccolte
a soggetto come aerei, navi, animali,
ecc..
Per una collezione tematica sono sufficienti
fogli generici (pure prodotti su brevetto
Golden Italia), in cui ciascuno potrà
ordinare le teleCarte secondo il proprio
schema o piano di collezione studiato.
Naturalmente, i fogli generici potranno
essere utilizzati anche per collocarvi
eventuali Carte che presentino varietà
o costituiranno dei "fogli di attesa"
(per esempio, per Carte estere di cui
ancora non sia disponibile il relativo
album raccoglitore).
Infine, uno strumento indispensabile è
il "magnetic card test" che
consente di controllare facilmente se
la scheda è magnetizzata o se è
stata annullata da Telecom.
Se sul codice a barre non appaiono dei
particolari segni, che sono illustrati
sul foglietto di istruzioni (semplicissime),
significa che la scheda non è stata
mai magnetizzata e che quindi si tratta
di un cartoncino falso e privo di valore.
Attenzione, quindi, alle possibili frodi
da parte di operatori non autorizzati
e privi di scrupoli e, quando girate alla
ricerca dei Carte telefoniche da acquistare,
per sicurezza, non dimenticate di portarvi
in tasca questo strumento piccolo e semplice,
ma utilissimo ed efficiente.
Le Carte telefoniche hanno due nemici:
la plastica nella quale vengono collocate
ed il campo magnetico generato da tante
Carte di differenti potenzialità
riunite in gruppi.
La più comune plastica o PVC (cloruro
di polivinile) è una materia attiva;
le molecole che la compongono sono sempre
in movimento. Più è caldo
e più è veloce il movimento
delle molecole, ecco perché, in
pratica, con il calore la plastica tende
ad ammorbidirsi. Poiché le Carte
sono per la maggior parte fabbricate con
il PVC ed il PVC stesso è la base
dei colori con i quali esse vengono stampate,
il movimento molecolare causato dal calore
tende ad unire il PVC delle Carte e dei
colori con il PVC delle bustine nelle
quali esse vengono contenute, con il conseguente
danneggiamento delle Carte stesse.
Questo fenomeno può essere facilmente
rilevato dopo un certo periodo di conservazione,
in quanto le superfici di Carte e bustine
tendono ad incollarsi, con il conseguente
trasferimento dell’impronta di stampa
dalle Carte alle bustine. Ecco il motivo
per il quale occorrono fogli e bustine
in materiali speciali, che non contengano
PVC.
Il secondo nemico delle Carte sono i campi
magnetici; così come una calamita
od un altoparlante messi vicini alle Carte
ne danneggiano la magnetizzazione a barre,
un album pieno di Carte troppo vicine
tra loro fa sì che esse interferiscano
reciprocamente e si danneggino.
Un album che garantisca una buona conservazione
delle Carte deve essere realizzato in
modo tale che tra le Carte vi sia una
distanza tale da evitare dette interferenze.
Gli album della Golden Italia evitano
accuratamente che questi due pericoli
possano realizzarsi. Infatti, le bustine
di contenimento, fabbricate con materiali
perfettamente compatibili con la plastica,
sono montate su fogli di cartoncino adeguatamente
calibrati per garantirne la distanza senza
interferenza magnetica.
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